Era diventato calvo e aveva il corpo martoriato Michael Jackson da marionetta a scheletro

La prima autopsia. Il coroner certifica che il cantante, "peso 51 chili", aveva perso i capelli, ingeriva solo pillole e aveva su fianchi, spalle e gambe i segni delle iniezioni di antidolorifico

Era diventato calvo e aveva il corpo martoriato 
Michael Jackson da marionetta a scheletro

Se questo è un uomo. O meglio, se lo era. Sono migliaia i chilometri che separano la polacca Auschwitz dalla californiana Holnby Hills, ma a leggere le prime indiscrezioni uscite sull’autopsia di quel che è rimasto di Michael Jackson, ti viene da rubare il titolo alla tragica autobiografia di Primo Levi. Cambiano, è ovvio - con il raccapriccio che prende il posto della pietas - i sentimenti che puoi provare, lontani almeno tanto quanto i due luoghi geografici, per non dire dell’abisso umano ed esistenziale che marca la distanza tra le due vicende. Ma le immagini che ti vengono in mente, scorrendo le burocratiche annotazioni compilate dal coroner di Los Angeles - mai come ora finta e assurda metropoli di plastica, tutta a colori - sono proprio quelle, in bianco e nero, che ci hanno consegnato l’orrore dei campi di sterminio.
«Maschio, età cinquant’anni, razza...». Già, bianca o nera? Viene da chiedersi che cosa avrà dettato nel microfono del registratore sospeso sul suo tavolo di lavoro il medico legale - lo abbiamo visto fare mille volte nei telefilm del dottor Quincy - al primo sommario esame di quel che restava del mito. E magari che cosa avrà provato, lui professionista reso senz’altro fortunatamente cinico dal campionario di orrori passatigli negli anni sotto gli occhi - valutando le condizioni in cui era ridotto il corpo così innaturalmente immobile di quell’ex marionetta idolatrata e miliardaria. Oppure annotando sul suo blocco di appunti quel poco più di nulla che ne restava, una povera «cosa» fredda sul tavolo di marmo.
Perché quel Jacko steso davanti a lui era uno scheletro - «peso 51 chilogrammi, altezza 178 centimetri» - coperto da una pelle sottile, trasparente, di un colore inesistente in natura. Fianchi, cosce e spalle erano segnati dalle punture a cui da anni, tre volte al giorno, si sottoponeva per combattere il dolore lasciatogli in eredità dai ripetuti interventi chirurgici a cui si era voluto sottoporre, con peccato di superbia, per assecondare il rifiuto di quel «se stesso» color ebano ricevuto in dono da Dio.
Jackson presentava poi alcune costole fratturate, probabilmente a causa dei violenti tentativi di rianimazione tentati dal suo medico, Conrad Murray, ora sotto la lente degli investigatori in quanto l’ultimo ad averlo visto ancora in vita - «non respirava, ma il cuore batteva ancora», ha riferito - nonchè quattro segni di punture di adrenalina tutte attorno al cuore.
Il cantante non aveva nemmeno più un capello. Sul cranio gli era rimasta una leggera peluria, come quella di una pesca, nascosta da una grottesca parrucca nero pece rimessagli in testa in tutta fretta da qualcuno - chissà perché, proprio in un momento come quello? - sull’ambulanza che lo portava via dalla sua villa, da quella sua privatissima e assurda Auschwitz con i lustrini, ombreggiata dalle palme e vigilata da body guard. E nello stomaco ormai atrofizzato non c’era il minimo resto di cibo - ha riferito ancora il coroner - ma solo le tracce delle pillole che da tempo erano diventate il suo quasi unico alimento.
«Famiglia e fan saranno scioccati quando scopriranno lo stato di salute in cui versava. I suoi dottori e i parassiti che lo circondavano se ne sono stati con le mani in mano mentre si autodistruggeva», ha dichiarato ieri una fonte vicina all’entourage del divo. Vicina, ma evidentemente tardiva ed evidentemente anche distratta, per esserne accorta solo a morte avvenuta.
E al peggio, potrebbe non esserci limite.

Corre infatti voce che il discusso e discutibile artista-anatomopatologo tedesco Gunther von Hagens, noto per le sue mostre di cadaveri plastificati, potrebbe immortalare così anche Jackson. Sarebbe stata quella, rivela ora, la volontà espressa mesi fa dal cantante. E lui, il «dottor Morte», così come lo chiamano, rimane in attesa.

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