Perché far guadagnare tanti soldi agli avvocati matrimonialisti? L'amore è instabile, rende vitali, infantili, a volte coraggiosi a volte inevitabilmente estremi. E non è un caso se il regista Andrea Manni rende coniugabile un sostantivo e sintetizza simbolicamente il titolo del suo film Voce del Verbo Amore, proprio per testimoniare le contraddizioni nevrotiche di cui si nutrono le relazioni sentimentali. Dal 27 aprile in duecento sale italiane il film, interpretato, tra gli altri, da Giorgio Pasotti, Stefania Rocca, Cecilia Dazzi, Simona Marchini ed Eros Pagni. Scritto da Maurizio Costanzo il film riflette sulla condizione di una coppia separata che non riesce a sganciarsi per tanti e differenti motivi. «La mia è una storia in controtendenza - spiega Costanzo - i personaggi non tirano fuori il peggio ma scommettono sull'amore e sulla voglia di ricominciare insieme». Le nevrosi e le delizie dell'amore, perso e ritrovato, sono quelle di Ugo (Giorgio Pasotti) e Francesca (Stefania Rocca), sposati da dieci anni con due figli e decisi a separarsi, per poi accorgersi che nella realtà l'uno continua ad avere bisogno dell'altra.
23 sono i cromosomi umani. 23 i gradi dell'inclinazione dell'asse terrestre. 23 il numero delle coltellate ricevute da Giulio Cesare. 2012 (20+1+2 = 23) è l'anno secondo i Maya della fine del mondo. 2:3 fa 0.666, il numero del diavolo. Inizia come una commedia per trasformarsi in un incalzante pulp-thriller e quindi in un dramma psico-filosofico. Numero 23, ultima pellicola di Joel Schumacher è un thriller violento sulla falsa percezione della realtà e sullo scatenamento della paranoia, che sconfina nell'horror e racconta la storia di un uomo ossessionato dal numero 23. La storia è ispirata al libro omonimo di Stephen King e adattata per lo schermo dall'esordiente Fernley Phillips.
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