Espulsa la donna islamista che aiutò Maria Giulia Sergio a raggiungere la Siria

Espulsa e rimpatriata in Albania Arta "Anila" Kacabuni. Aiutò Maria Giulia Sergio a raggiungere l'Isis in Siria

Espulsa la donna islamista che aiutò Maria Giulia Sergio a raggiungere la Siria

La cittadina albanese 44enne Arta “Anila” Kacabuni è stata espulsa e accompagnata alla frontiera dall’aeroporto romano di Fiumicino con provvedimento del Ministro dell’Interno.

La donna, in Italia dal 2003 e residente a Scansano, in provincia di Grosseto, era stata arrestata nel luglio 2015 durante l’operazione “Martese” che aveva portato all’esecuzione di dieci ordinanze di custodia cautelare con l’accusa di terrorismo per adesione all’Isis.

Nei documenti dell’inchiesta si legge che “Anila” condivideva con gli altri indagati la completa adesione ai“principi” dello stato islamico ribadendo con più interlocutori la piena legittimità e doverosità delle azioni di natura terroristica perpetrate dall’Isis, tra cui gli attacchi di Parigi nel novembre del 2015.

La Kacabuni è anche accusata di aver contribuito a far arruolare suo nipote, Aldo Kobuzi e la moglie Maria Giulia Sergio supportando l’organizzazione del matrimonio tra i due, avvenuto a Treviglio il 17 settembre 2014, essenziale per permettere alla giovane coppia di raggiungere lo Stato Islamico. La donna ha inoltre fornito aiuto nell’organizzare il viaggio dei due.

Condannata a 3 anni e 8 mesi dal Tribunale di Milano, la Kacabuni era inizialmente stata messa agli arresti domiciliari nella sua casa di Scansano, ma il 17 agosto 2017 la donna finiva in cella dopo essere stata scoperta a intrattenere contatti con persone che non poteva frequentare.

Allo stato attuale sono ancora latitanti cinque dei soggetti coinvolti nell’inchiesta, precisamente Maria Giulia “Fatima” Sergio, il marito Aldo Kobuzi, la madre e la sorella di quest’ultimo (Donia Coku e Serjola Kobuzi) e la “propagandista” dedita al lavaggio del cervello di molte donne (operato

prevalentemente tramite lezioni impartite su Skype), la siriano-canadese Bushra Haik, trasferitasi in Arabia Saudita e poi sparita.

Con tale rimpatrio sono 341 le espulsioni eseguite dal gennaio 2015 ad oggi, di cui 104 nel 2018.

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