Ancora sangue in Afghanistan: poliziotto uccide 4 americani, in un raid muoiono otto donne

Attacco interno ad opera di poliziotti afgani contro i soldati Usa. In un raid dell’Isaf in cui sono rimaste uccise otto donne

Sale la tensione in Afghanistan e non si placa il duello a distanza tra Isaf e talebani in quello che per le forze internazionali a guida Nato è stato un fine settimana di violenza tra perdite subite e inflitte ai danni di civili innocenti. Da una parte l’ennesimo "attacco interno" ad opera di poliziotti afgani contro gli stessi soldati che li hanno addestrati rende sempre più scettici sulla possibilità di un Afghanistan stabile e sicuro dopo il 2014, quando anche gli ultimi militari dell’Isaf se ne saranno andati e gli afghani dovranno occuparsi da sè della loro sicurezza. Dall’altra, il raid dell’Isaf in cui sono rimaste uccise otto donne, adulte e ragazzine, ultime vittime innocenti della guerra senza quartiere ai talebani. Sullo sfondo l’attentato di due giorni fa alla base di Camp Bastion, dove è di stanza il principe Harry, sul quale sono emersi alcuni dettagli e le manifestazioni contro il film anti-islam che oggi hanno portato in piazza a Kabul 1.500 studenti.

La giornata di sangue è cominciata all’alba con un raid dell’Isaf nella provincia orientale di Langham: almeno sedici persone sono rimaste uccise, tra cui otto donne che si trovavano in un bosco a fare legna. Gli abitanti di Dilaram, il villaggio vicino al quale è avvenuto il bombardamento, hanno protestato a decine nella capitale provinciale portando davanti alla casa del governatore i cadaveri di alcune delle vittime al grido di "Morte all’America, morte agli ebrei". La forza internazionale a guida Nato in un primo momento ha negato di avere notizie di vittime civili e ha parlato di un attacco mirato a colpire un gruppo di 45 insorti nel distretto di Alinger. Più tardi ha ammesso di di aver causato la morte di un gruppo di afghani, tra i 5 e gli 8, durante un raid. Il governo afghano sta indagando sull’episodio che è stato condannato dal presidente Hamid Karzai. Ma la violenza ha colpito oggi anche i militari dell’Isaf, nel sud del paese dove quattro militari americani sono stati uccisi da un poliziotto afghano presso un checkpoint. Secondo la ricostruzione della polizia, un agente ha aperto il fuoco contro sei soldati della forza internazionale che erano accorsi a portargli rinforzi contro un attacco talebano. Altri due soldati dell’Isaf sono rimasti feriti, mentre uno degli aggressori è stato ucciso. Si tratta del secondo episodio di "attacco interno" in meno di dodici ore: ieri un poliziotto locale afghano ha ucciso due soldati britannici nella provincia meridionale dell’Helmand. In totale 51 membri dell’Isaf sono stati uccisi da agenti o militari afghani nel 2012, in circa 37 episodi di attacchi interni.

L’escalation di attentati da parte di membri delle forze della sicurezza afghani aveva portato all’inizio del mese gli Stati Uniti ad interrompere la formazione di 1.000 agenti della polizia locale (Alp), mentre la Nato aveva dichiarato che avrebbe continuato ad addestrare l’esercito nazionale (Ana) e la polizia nazionale (Anp), di cui farebbe parte l’aggressore di oggi. Secondo le autorità afgane, dall’annuncio della sospensione da parte degli Stati Uniti, circa 700 membri delle forze della sicurezza sono state buttate fuori in conseguenza di controlli più accurati.

Intanto oggi sono emersi dettagli sull’attacco alla base di Camp Bastion, nell’Helmand: i tre commando di talebani "indossavano uniformi dell’esercito americano" ed erano "ben equipaggiati, addestrati e preparati". Quanto alle vittime, la Forza internazionale ha precisato che sono rimasti uccisi quattordici insorti e due soldati Isaf. Ferite dieci persone otto militari, un civile ed un insorto che è stato arrestato.

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