Una mini rivoluzione a due ruote sta per cambiare le abitudini di molte donne in Arabia Saudita. Secondo quanto riferisce il quotidiano saudita al-Yaum, infatti, l'autorità religiosa saudita ha annunciato che le donne potranno andare in bici nei parchi e nelle zone ricreative. Due le condizioni: che siano vestite in modo modesto e che sia presente un guardiano in caso di cadute o incidenti''. Chissà come sarebbe contenta 'Wadjda', la protagonista della “Bicicletta verde”, un successo della prima regista saudita Haifaa Al Mansour, che racconta la storia di una piccola “ribelle” saudita che fa l'impossibile per avere una bicicletta, simbolo di libertà.
Tuttavia, il permesso concesso alle saudite si limita solo a "scopo di divertimento": cioè la bici non dovrà essere usata come un mezzo di trasporto. L'autorità religiosa, inoltre, consiglia alle donne che vanno in bici di tenersi alla larga dalle zone con manifestazioni giovanili per evitare il confronto con gruppi di protesta.
“La situazione dei diritti umani in Arabia Saudita – afferma Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” - è considerata generalmente lontana dagli standard occidentali ed in particolare le donne saudite subiscono forti discriminazioni in molti aspetti della loro vita, compresa la famiglia, l'educazione, l'occupazione e il sistema giudiziario. Sulle strade pubbliche alle donne non è permesso di portare una bicicletta o di andarci.
Il Paese segue un'interpretazione ultraconservatrice dell'Islam e alle donne è vietato anche guidare la macchina. La speranza è che il percorso avviato possa raggiungere alla piena parità anche in paesi dove tutt’oggi sembra ancora lontana"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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