Arriva Kerry, voci di disponibilità a un ritiro dai Territori

Netanyahu chiede agli Usa garanzie di sicurezza

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Gerusalemme Poche ore prima che il segretario di Stato americano John Kerry atterrasse ieri all'aeroporto di Tel Aviv, Benjamin Netanyahu ha detto che qualsiasi accordo di pace con i palestinesi deve basarsi sulla possibilità d'Israele di mantenere la propria sicurezza. Le parole del premier israeliano sembrano rispondere alle indiscrezioni pubblicate ieri mattina dal quotidiano Haaretz. Secondo due ministri, citati come fonti anonime, Netanyahu sarebbe pronto a lasciare il 90% della Cisgiordania in un accordo con i palestinesi.

Dichiarazioni e indiscrezioni arrivano mentre John Kerry apre la sua quinta visita nella regione da quando è al Dipartimento di Stato. Il capo della diplomazia americana tenta da mesi - con avanti e indietro tra Gerusalemme e Ramallah - di far ripartire colloqui in stallo da anni tra palestinesi e israeliani.

Netanyahu e «un numero non insignificante di ministri del Likud - ha detto ieri alla radio militare Yaakov Peri, membro del governo - hanno capito che è nell'interesse strategico d'Israele tornare al tavolo dei negoziati». E non è un caso che il ministro abbia parlato di «numeri». Nelle ultime settimane, mentre Washington lavora alla ripresa di colloqui, diverse personalità del governo di Netanyahu, dell'ala più «radicale» della sua coalizione di destra, hanno detto d'essere contrari a una soluzione a due Stati.

Il premier ha dovuto spiegare che le posizioni di alcuni ministri non rappresentano la visione del governo. E le parole e indiscrezioni di ieri sembrano arrivare per rassicurare l'alleato americano - in viaggio verso il Medio Oriente - dopo giorni di segnali contrastanti.

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