Il 26 maggio quando i commentatori politici strabuzzeranno gli occhi e si chiederanno «Com'è potuto succedere?», i lettori del Giornale sorrideranno e risponderanno «Qual è la sorpresa?».Su queste pagine e sul Giornale.it siamo stati i primi a raccontarvi il grande balzo in avanti dei partiti euroscettici decisi a espugnare l'Europarlamento. Non era un segreto, ma per scoprirlo bisognava aprire gli occhi, scrollarsi di dosso il conformismo e la subalternità politica che impedisce ai grandi media europei di ammettere la realtà. La realtà di una Ue dove la tigna e la miopia degli euroburocrati trasformano il sogno europeo in un incubo fallimentare e la sua moneta in uno strumento di malessere economico e disordine sociale. Alla base di quell'incubo c'è l'ideologia fallimentare di chi ci chiede di rinunciare alla sovranità nazionale non nel nome di una maggiore sicurezza garantita dalla forza comune, ma nel nome di un'immigrazione e di una libera circolazione senza regole. Per non parlare dell'austerità imposta come regola di vita, della tassazione in continua ascesa e di regole finanziarie che minacciano di distruggere le economie nazionali. Il conformismo e l'allineamento imposto da Bruxelles inducono molti media a non raccontarvi il malessere generato in tutta l'Unione da queste politiche fallimentari.
Noi grazie all'aiuto, alla fiducia e alla generosità di quanti fra voi finanziano il ciclo di reportage in crowdfunding «Europa Ribelle» non chiudiamo gli occhi. Unici tra tutti i quotidiani italiani abbiamo intervistato sia il leader del Fronte Nazionale francese Marine Le Pen, il capo del Partito Indipendente inglese Nigel Farage e Geert Wilders portabandiera in Olanda del Partito della Libertà. Stando ai sondaggi i loro tre partiti conquisteranno il maggior numero di voti in Francia, Gran Bretagna e Olanda. Oltralpe Marine le Pen sorpassa con il 22 per cento i neo-gollisti dell'Ump fermi al 21% e i socialisti di Hollande precipitati al 17%. In Olanda Geert Wilders è in testa con il 20 per cento. In Gran Bretagna Nigel Farage è al 29 per cento, i laburisti sono un punto indietro e i conservatori del premier David Cameron rischiano l'umiliazione del terzo posto con un magro 23. Il fenomeno è però ancora più ampio. Sotto queste punte d'iceberg proliferano non solo i «grillini» italiani, ma anche gli euroscettici di Belgio, Austria, Finlandia, Ungheria. Queste forze si preparano a trasformare il Parlamento di Strasburgo nella prima linea della lotta all'Europa. Per questo abbiamo ancora bisogno del vostro aiuto e della vostra generosità.
Da qui al 25 maggio vogliamo continuare a raccontarvi gli euroscettici, proseguire il nostro viaggio nelle loro roccaforti e gli incontri con i loro leader. Vai sul Giornale.it, dai il tuo contributo ai reportage in crowdfunding di «Europa Ribelle». Solo così il 26 maggio potrai dire «Io già lo sapevo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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