Con il ramadan ormai alle spalle, l'Egitto segnato dalle manifestazioni che da oltre un mese chiedono il ritorno al potere dell'ex presidente Mohammed Morsi, si prepara a sgomberare i picchetti dei sostenitori dei Fratelli musulmani.
Se fino a ieri le piazze occupate sono state lasciate relativamente in pace, concluso il mese di digiuno il governo non ha più intenzione di aspettare. Sarwat Gouda, generale ed ex comandante dei servizi segreti egiziani, ha detto oggi al quotidiano al Masry Alyom che un piano per lo sgombero è già pronto.
Prima verranno rimosse le barricate erette dai manifestanti, poi sgomberate le persone. Un progetto che non dovrebbe richiedere più di ventiquattr'ore, iniziata già questa mattina, quando una serie di elicotteri ha iniziato a sorvolare le piazze di Nahda e Rabaa Al-Adaweya. Secondo il generale Gouda almeno metà di chi è sceso in piazza nell'ultimo mese "si darà alla fuga dopo l'inizio dell'operazione".
Ahmed al-Tayyeb, sceicco di al-Azhar, la principale istituzione dell'islam sunnita, ha iniziato oggi a prendere contatti con i diversi partiti politici, nel tentativo di arrivare a un dialogo che ricompatti il Paese. Anche il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, pur sottolineando il diritto degli egiziani a protestare e far sentire la propria voce, ha chiesto in un messaggio di "riconsiderare parole e azioni, evitando quelle che potrebbero essere percepite come attacchi a un'altra fazione". Un invito a moderare i toni.
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