Il Giappone vieta la pedopornografia ma non per i manga

La massima pena per un pedofilo? Un anno di galera o 10mila euro di multa

Il Giappone vieta la pedopornografia ma non per i manga

Giro di vite del Giappone contro la pedopornografia. Da oggi possedere materiale pedopornografico è reato. Con una eccezione. La legge appena votata dal parlamento nipponico non vale per fumetti, manga, animazioni e grafica computerizzata.

Secondo l'organizzazione Human Trafficking, il Giappone è perno della produzione e della distribuzione di pedopornografia. La Camera alta del parlamento ha approvato la nuova legge, che era passata in precedenza alla Camera bassa. Chi sarà trovato in possesso di fotografie o video pornografici riguardanti bambini potrà essere condannato a un massimo di un anno di carcere e a multe fino a un milione di yen che equivalgono a poco meno di 10mila dollari. La misura prevede, inoltre, un anno di tempo perché chi sia in possesso di materiale pedopornografico se ne liberi. Nel 1999 il governo giapponese aveva già bandito la produzione e la distribuzione di materiale pedopornografico, ma non il suo possesso.

La legge fu proposta per la prima volta nel maggio 2013 come emendamento al provvedimento che vietava la produzione e le distribuzione di materiale pedopornografico. I difensori dei diritti dei bambini e altri critici accolgono la nuova legge come un passo avanti, ma criticano l'esclusione delle immagini a sfondo sessuale con bambini nei manga, negli anime e nei videogiochi. La decisione di escluderli deriva dalla contestazione degli editori, secondo cui il divieto a tali immagini avrebbe violato il diritto di libertà di espressione previsto dalla Costituzione. "Rappresenterebbe una regressione a livello di libertà di espressione e limiterebbe gli artisti, che avrebbero paura a disegnare. I personaggi sono immaginari, non reali. Non facciamo alcuna vittima", aveva commentato la Japan Magazine Publishers Association che rappresenta una novantina di case editrici.

Secondo Shihoko Fujiwara dell’organizzazione Lighthouse, che si batte contro lo sfruttamento minorile, molti "predatori" usano proprio i cartoni animati per convincere i bambini che l’abuso sessuale è una cosa normale.

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