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Human Rights Watch: dalla Siria bombe a grappolo sui civili

L'Ong accusa la Siria di utilizzare cluster bombs in maniera sistematica contro i ribelli. Non è tra i paesi firmatari della Convenzione sulle Munizioni Cluster di Oslo, che ne proibisce l'utilizzo

Damasco lancia cluster bombs (bombe a grappolo) su cvili e ribelli dell'Esercito Libero di Siria. L'accusa viene da Human Rights Watch. E se non ha una conferma ufficiale ha però dei precedenti - sempre documentati dalla ong - nei mesi scorsi, quando le forze armate di Assad avevano già utilizzato gli ordigni, messi al bando da molti paesi, contro i ribelli.

Il lancio delle cluster bombs sarebbe avvenuto da alcuni aerei ed elicotteri che hanno preso di mira la zona di Maarat al-Numan, città nella Siria nord-occidentale che l'esercito regolare di Damasco cerca di riprendere da quando l'opposizione è riuscita a prenderne il controllo.

Il rapporto stilato da Human Rights Watch sottolinea i rischi connessi all'utilizzo delle bombe, da molti assimilate alle mine antiuomo per effetti disastrosi e impossibilità di controllare gli obiettivi effettivamente raggiunti. La Convenzione sulle Munizioni Cluster di Oslo, firmata dall'italia nel 2008 e ratificata nel 2011, proibisce produzione, commercio e stoccaggio di questo tipo di arma.

La Siria non ha mai firmato il trattato che mette al bando le bombe. Come altre nazioni rilevanti sullo scacchiere politico internazionale, dalla Russia, alla Cina, fino agli Stati Uniti.

Non avrebbe dunque violato un impegno preso. Ma Steve Goose, responsabile armamenti per HRW, ha voluto comunque sottolineare la mancanza di "rispetto per la popolazione civile mostrato dalle campagne aeree condotte da Damasco".

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