L'Europa si scopre unita: "Basta con gli immigrati"

La stragrande maggioranza dei cinque Paesi europei più popolosi è contro il diritto alla "libera circolazione". E gli italiani vogliono mantenere il reato di clandestinità

L'Europa si scopre unita: "Basta con gli immigrati"

Francois Hollande cerca di salvare capra e cavoli tendendo la mano alla «zingarella» Leonarda senza cancellare l'espulsione della sua famiglia decretata dal ministro degli interni Manuel Valls. Ma il salomonico compromesso di un presidente prigioniero del vecchio buonismo «gauchista» è un clamoroso passo falso politico.

Secondo un sondaggio del quotidiano Le Parisienne/Aujourd'hui il 65% dei francesi è assolutamente contrario al ritorno della 16enne rom. E solo il 46% si dichiara toccato dalla sua espulsione. L'aspetto più clamoroso è però la lacerazione socialista. Solo il 55% dell'elettorato che Hollande tenta di blandire sogna infatti il ritorno di Leonarda e dei suoi. Una parte consistente del tradizionale elettorato di sinistra è invece attestata sulle posizioni del ministro Valls, uno dei pochi leader della gauche considerati in grado di bloccare l'irresistibile ascesa della destra anti europea di Marina Le Pen.

La popolarità di Valls, capace di rubare voti anche al centro destra gaullista grazie all'intransigenza verso zingari e «sans papiers», emerge anche dal sondaggio di Le Parisienne.

Nonostante gli appelli degli intellettuali, le mielose dichiarazioni della «gauche caviar» e i cortei studenteschi per Leonarda il ministro ha oggi il sostegno del 75% dei francesi.Ma non solo. Valls - oltre a conquistare il plauso dell'89% dell'elettorato di destra - può rivendicare la fedeltà del 57% dei socialisti. La «tolleranza zero» di un ministro che non a caso si definisce «neo-blairiano», sembra insomma l'unica ricetta in grado di evitare una disfatta della sinistra e contrastare la crescita del Fronte Nazionale di Marina Le Pen.

L'allarmante scenario non è una prerogativa francese. Un sondaggio del Financial Times realizzato tra Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia e Spagna, i cinque paesi dove si concentra oltre la metà dei cittadini Ue, segnala la prorompente avanzata dei partiti anti-europei pronti a cavalcare la lotta all'immigrazione.
Il 19% degli italiani pronti a votare Lega Nord o Cinque Stelle verrebbero affiancati, alle Europee del maggio 2014, dal 25% di inglesi e francesi decisi a scegliere «Independence Party» e «Fronte Nazionale». Più sorprendente è la propensione del 18 per cento dei tedeschi a scegliere «Alternatif für Deutschland» il movimento anti-unionista rimasto escluso dal Bundestag solo un mese fa.

E anche in Spagna, fanalino di coda della rabbia anti europea, il voto anti Bruxelles può contare sul 12% dei voti. Il nuovo Parlamento europeo rischia insomma di fare i conti con uno schieramento di euroscettici forte del 30 per cento dei seggi.

Ad alimentare questa tendenza contribuisce soprattutto il malessere per le politiche europee e quelle nei confronti dell'immigrazione. Il dato - evidenziato in Italia da un sondaggio di Euromedia Research per la trasmissione Virus di RaiDue secondo cui il 52,6 per cento è contrario all'abolizione della Bossi Fini - emerge con estrema virulenza dal sondaggio del Financial Times che segnala una crescente intolleranza anche nei confronti della «migrazione» europea. Il 62% degli italiani, il 61% degli spagnoli, l'83% degli inglesi, il 73% dei tedeschi e il 72% dei francesi auspica che il primo gennaio 2014, scaduti i sei anni di transizione dall'entrata nella Ue, non si aprano le frontiere a rumeni e bulgari. La stragrande maggioranza dei cinque paesi più popolati dell'Unione è dunque contraria a quel diritto alla «libera circolazione» dei lavoratori considerato uno dei capisaldi dell'Unione Europea.

Mentre la vecchia politica continua a crogiolarsi nella sonnecchiosa adempienza ai diktat degli euroburocrati o nel buonismo di sinistra l'elettorato europeo sembra pronto, insomma, a cercare nuovi leader e nuove alternative.

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