Un'autobomba è esplosa intorno alle tre del pomeriggio (ora italiana) nel parcheggio dell'ospedale Al-Jala di Bengasi, città del nord-est libico.
Il vice ministro degli Interni, Abdullah Massoud, ha dichirato che le vittime dell'attacco sono almeno quindici. Trenta i feriti contati finora. Secondo la testimonianza di uno dei medici, citata dalla Reuters, l'esplosione ha reso difficile il conteggio immediato dei cadaveri, dilaniati dalla bomba. Gli stessi dottori hanno in serata ridimensionato le cifre date dal governo: solo tre le vittime.
L'esplosione - ha spiegato ancora il vice ministro Massoud - avrebbe distrutto un ristorante e "danneggiato seriamente" edifici vicini.
Situazione caotica
Quattro stazioni di polizia hanno subito attacchi bomba nell'ultimo weekend. Altri attentati simili nell'ultimo periodo. L'esplosione all'ospedale Al-Jala presenta però una novità: per la prima volta al centro del mirino un obiettivo "civile". Lo scorso 11 settembre era stata presa di mira l'ambasciata statunitense. In quell'occasione erano morte quattro persone, tra cui l'ambasciatore Christopher Stevens.
538em;">La situazione della Libia al momento non è affatto tranquilla. Nelle ultime settimane la capitale, Tripoli, è stata teatro di proteste che hanno bloccato i ministeri degli Esteri e della Giustizia, chiedendo le dimissioni del primo ministro, Ali Zidan.
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