Oltre 140 pacchi di zucchero ammassati in segno di protesta. Così circa duemila viennesi hanno dimostrato il loro sdegno per il licenziamento di un cameriere da parte di «Plachutta», catena cittadina di sei ristoranti fondata dallo chef Mario Plachutta.
Il flashmob a base di zucchero è nato dopo un veloce passaparola su Facebook: un cameriere era stato mandato a casa per aver «rubato» due cucchiaini di zucchero. Il reato è stato consumato un anno fa ma la notizia è diventata di pubblico dominio solo nei giorni scorsi, quando sul caso si è pronunciato il tribunale del lavoro. Ed è partita la protesta.
L'antefatto: prima di recarsi al lavoro il «colpevole», un immigrato slovacco impiegato nel ristorante da oltre nove mesi, si era fermato a comprare un cestino di fragole. Durante una pausa, riferiscono i giornali austriaci, il giovane si gode il suo spuntino. Giunge lo chef, indiscusso re del bollito servito con il radicchio, piatto preferito dell'imperatore Francesco Giuseppe, e chiede l'origine delle fragole. «Comprate», è la risposta. «E lo zucchero?». «È del ristorante». La replica: «Sei licenziato». Qui le versioni si dividono. Perché il giovane non si sarebbe limitato a spolverare il suo dessert con due cucchiaini ma avrebbe aperto un intero pacchetto di zucchero semolato, e usato un piatto, o forse la stessa confezione per inzuppare più comodamente la frutta. Per i difensori del cameriere si è trattato di un abuso di un datore di lavoro ai danni di un sottoposto. Per Herr Plachutta, invece, si è trattato di una lezione tanto severa quanto giusta. Diversa, invece, la valutazione del locale tribunale del lavoro che ha quantificato «l'ammanco» in pochi centesimi di euro. Da cui la sentenza: Plachutta deve versare al giovane 2.500 euro, cifra che comprende anche le ferie non godute.
A quel punto si sono scatenati i giovani viennesi che hanno costruito una montagnola di zucchero davanti alla sede del ristorante incriminato. Sarà stata la voglia di rompere la quiete che avvolge l'ex capitale dell'impero asburgico oppure la voglia di dare una lezione al re del bollito (la stampa ci ha ricamato scrivendo che Plachutta non è nuovo a soprusi nei confronti dei dipendenti), ma il flashmob è partito in un attimo insieme alla guerra online. Nel giro di poche ore la pagina ufficiale del multi-ristoratore è stata inondata da oltre 1.100 commenti poco lusinghieri. Tra i più gentili «vergogna!» ed «emigrate in Cina!». Pubblicità negativa che ha spinto Plachutta a intervenire in rete: «Non è assolutamente il valore dei beni a essere messo in questione, ma il comportamento della persona interessata che ha sprecato tanto zucchero quanto ne basta a una famiglia di quattro persone per un mese. Siamo un'azienda responsabile nella gestione delle risorse e chiediamo ai nostri addetti di fare altrettanto». Parole che da un lato hanno dato la spunta a facili ironie sulle porzioni servite al ristorante e che dall'altro non hanno convinto la piccola Austria, più interessata alla pace sociale che agli sprechi di zucchero. Compiaciuto del sistema di protezione dei lavoratori, il capo del sindacato austriaco Ogb, Erich Foglar, ha sentenziato: «Plachutta ha fatto una cosa che non si può fare». Sulla stessa linea Angelika Mlinar, capolista alle europee dei liberali del Neos: al ristoratore, ha dichiarato al Kurier, «darò tanto zucchero quanto ne vuole». Difficilissimo per il re del Tafelspitz, il bollito imperiale, vincere una battaglia di comunicazione contro politici e social media adirati.
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