Non intende cedere l'Infanta Cristina. Né in pubblico né in privato. All'indomani dell'imputazione per frode fiscale e riciclaggio, nell'ambito dell'inchiesta che vede coinvolto il marito, Inaki Urdangarin, ex campione di pallamano, è l'avvocato della figlia del re di Spagna a far sapere che la secondogenita di Juan Carlos «vuole che sia fatta giustizia». Il suo legale sta già preparando il ricorso in appello che presenterà entro i prossimi cinque giorni contro l'atto di imputazione del giudice Josè Castro. Secondo l'accusa, sui conti di Aizoo, la società di cui l'Infanta è socia al 50 per cento insieme al marito, sarebbero transitati un milione di euro in fondi pubblici sui quasi 6 ricevuti fra il 2004 e il 2006 dall'Istituto Noos, fondazione per la promozione dello sport che fa capo all'ex marito. In sostanza lui è sospettato di avere ottenuto i 6 milioni da amministrazioni pubbliche compiacenti per finte consulenze e lavori inventati, lei di avere aiutato il consorte a nascondere al fisco quei soldi e di averli spesi per viaggi e la ristrutturazione della casa di Barcellona.
«Ciò che posso dire è che stiamo difendendo il diritto dell'Infanta a non essere considerata imputata in questa causa», ha spiegato ieri il legale. «Questa non è una partita di football, è una cosa seria nella quale sono in gioco diritti, interessi e valori. Saremo coerenti con ciò che siamo chiamati a difendere».
Fermezza è la parola d'ordine. Nessun passo indietro.
L'Infanta Cristina non intende separarsi dal marito, come qualcuno ha sospettato negli ultimi giorni e non intende nemmeno rinunciare alla successione. Ma la polemica infuoca in Spagna, dove la crisi ha picchiato mentre la monarchia, simbolo di agi e ricchezze, si è allontanata sempre più dai Sudditi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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