"Ho sentito un rumore enorme, la festa si è trasformata in terrore e non ho più pensato a finire la gara". Paolo Rossi, 48enne pistoiese, ha visto il traguardo della maratona di Boston e poi la morte in faccia: fortunatamente ha mancato entrambi. "Ma della corsa ovviamente non m’importa - racconta all'Ansa - sono ore che piango".
Rossi fa parte di un gruppo di italiani accompagnati alla maratona dal preparatore atletico Fulvio Massini dell’Agenzia "Born two run". "Eravamo una sessantina - spiega il 48enne maratoneta toscano - e per quel che risulta a me stiamo tutti bene. Quanto agli italiani arrivati a Boston con altre agenzie, non ho elementi per dire niente di certo. Di sicuro restano il terrore e la tristezza che ho provato: era vicinissimo il traguardo e questi assassini hanno trasformato una festa in una tragedia". Poi è scoppiato il caos: "Mia figlia, che aveva scavalcato una balaustra per correre al mio fianco gli ultimi metri, ha cominciato a piangere a dirotto, ci ha raggiunto di corsa mia moglie".
"Tra le lacrime, non riuscivamo nemmeno a parlare - aggiunge Rossi - incredibile, i soccorsi sono scattati subito e hanno isolato l’area dell’attentato. Così siamo tornati subito in albergo, dove ci troviamo ora, in attesa di notizie definitive su quello che è successo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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