Morto Robert Edwards, padre della fecondazione in provetta

Considerato il padre della procreazione in vitro, vinse il Premio Nobel per la Medicina nel 2010

Morto Robert Edwards, padre della fecondazione in provetta

L’Università di Cambridge ha reso noto che il padre della fecondazione in vitro, il professor Robert Edwards, Premio Nobel per la Medicina, è morto all’età di 87 anni dopo una lunga malattia. Edwards fu insignito del Nobel nel 2010, a coronamento di una lunga carriera dedicata alle ricerche sulla fecondazione artificiale.

Negli anni ’50, dopo gli studi di biologia negli Stati Uniti e il dottorato in embriologia in Scozia, si convinse della possibilità di combattere la sterilità mediante una fecondazione artificiale. Da allora dedicò tutta la sua carriera al perseguimento di questo risultato scientifico. Nel 1968, insieme al collega Steptoe, mise a punto la tecnica di fecondazione in provetta Fivet, che da allora ha permesso la nascita di più di 4 milioni di bambini da coppie con problemi di fertilità.

Per la prima volta rese possibile fecondare un ovulo umano al di fuori del corpo di una donna, unendolo a uno spermatozoo in provetta. "Avere un bambino è la gioia più grande", ripeteva per rispondere alle polemiche che accompagnavano il suo lavoro, soprattutto da parte della Chiesa cattolica.

Dopo i primi successi, che portarono alla fecondazione degli ovociti umani in provetta, la nascita di una bambina, Louise Brown, segnò il coronamento della carriera di Edwards. Louise venne alla luce alle 23.47 del 25 luglio 1978 al Royal Oldham Hospital, in Inghilterra. Non era una bambina qualunque ma il primo bebè in provetta.

Dopo l'assegnazione del Premio Nobel la Santa Sede reagì in modo duro, parlando di scelta fuori luogo.

Il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Ignacio Carrasco de Paula, commentò così la notizia: "In primo luogo senza Edwards non ci sarebbe il mercato degli ovociti con il relativo commercio di milioni di ovociti, secondo, senza Edwards non ci sarebbero in tutto il mondo un gran numero di congelatori pieni di embrioni che nel migliore dei casi sono in attesa di essere trasferiti negli uteri ma che più probabilmente finiranno per essere abbandonati o per morire e questo è un problema la cui responsabilità è neo-premio Nobel". Infine, sottolineava il prelato, "senza Edwards non ci sarebbe l'attuale stato confusionale della procreazione assistita con situazioni incomprensibili come figli nati da nonne o mamme in affitto".

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