Archiviate le elezioni europee è tempo di bilanci. Chi ha vinto? Sicuramente bisogna registrare la netta affermazione degli euroscettici, che triplicano i seggi rispetto a cinque anni fa, ottenendo intorno ai 140 parlamentari. Il primo partito, però, resta il Ppe, che pur perdendo 62 parlamentari conquista 212 seggi (28,23%). Fallisce il tentativo di sorpasso dei socialisti europei: il Pse si fermano a 186 seggi (erano 196), facendo registrare il 24,77%. Martin Schulz non può rivendicare la guida della Commissione europea. Lo farà, invece, il lussemburghese Jean-Claude Junker, forte del primato dei moderati. Ma per esprimere una maggioranza in grado di supportare la Commissione Ue i numeri non permettono soluzioni diverse dalla Grande coalizione: non ci sono alternative per ottenere la metà dei seggi più uno (376), a meno che non si vogliano sommare schieramenti palesemente distanti.
Il Pse come dicevamo perde 10 seggi, ne conquista 186 e ottiene la sua migliore performance con il Partito democratico di Matteo Renzi in Italia (il 40,8%). I due gruppi (Ppe e Pse), che hanno già iniziato le prime schermaglie in vista di una possibile "Grosse Koalition", sentiranno forte la pressione degli euroscettici. Il forte manipolo di euroscettici proverà a scatenare l'inferno a Strasburgo. Ma se i numeri non sono un'opinione, quelli delle forze ostili all'Europa non bastano a far saltare tutto. Almeno fino ai prossimi cinque anni. Anche se, ovviamente, ci potranno essere riflessi sui parlamenti nazionali.
Un vero e proprio boom è stato quello del Front National di Marine Le Pen in Francia, risultato il primo partito con il 25,40%, davanti all’Ump dell’ex presidente Sarkozy e, soprattutto, ai socialisti di François Hollande, usciti con le ossa rotte questa tornata elettorale (per loro solo il 14,5% delle preferenze). Una sconfitta netta e oltre ogni più funerea aspettativa, quella del partito di Hollande e del primo ministro Valls, al punto che già per questa mattina è stata convocata all’Eliseo una riunione urgente del governo. Un grande risultato gli euroscettici lo ottengono in Gran Bretagna, dove l’Ukip di Nigel Farage ha ottenuto il 29% delle preferenze, davanti ai Conservatori del primo ministro David Cameron - fermi al 24,2% -, con 16 eurodeputati. Seguono a ruota i laburisti, con il 23,7%, mentre dopo le amministrative, anche il voto per europarlamento ha certificato il crollo dei liberaldemocratici sotto il 7%.
"Con la vittoria del partito euroscettico per la prima volta nella storia moderna un’elezione nazionale non viene vinta né dai conservatori né dai laburisti". A sottolineare la portata storica della vittoria dell’Ukip di Nigel Farage - parlando di "terremoto politico"- è il quotidiano britannico Guardian in un articolo dedicato al risultato delle elezioni Europee. Stando ai risultati diffusi, l’Ukip avrebbe conquistato 22 dei 73 seggi riservati al Regno Unito, contro i 16 dei conservatori e i 14 dei Laburisti.
In Germania tiene la Cdu/Csu della cancelliera Angela Merkel, primo partito tedesco con il 36,3% dei voti e quasi dieci punti di vantaggio sull’Spd (27,4%). Gli euroscettici della neonata Afd raggiungono il 7%. La Germania, dove non è prevista soglia di sbarramento, manderà in Europa anche un deputato di uno dei gruppi neonazisti.
In Olandaex aequo con i Democratici per la formazione xenofoba e neonazista del Pbvv guidata da Geert Wilders (4 seggi); in Austria, la vittoria è andata al centrodestra, con l’Ovp (27,3%) ma i nazionalisti e antieuropeisti dell’Fpo superano il 19% dei voti. Ancor più netto l’exploit del partito anti-immighrati Danish People Party, in Danimarca, che ottiene il 26,2% davanti ai social-democratici, maggioranza nel paese (19,1%).
In Grecia trionfa Alexis Tsipras: la sua dura battaglia contro l’austerità imposta ad Atene dalla troika è premiata dagli elettori. Syriza è il primo partito greco, con il 26,5%, davanti a Neo Demokratia del premier Antoni Samaras (23,13%) e il Pasok del ministro Evangelos Venizelos (8,07). Grande risultato anche per l’estrema destra di Alba Dorata, che ottiene il 9,3% dei voti.
In Spagna il Partito Popolare è in testa con il 26% dei voti e 16 eurodeputati. Non abbastanza per esultare: rispetto alle ultime consultazioni perde oltre il 16% dei voti.
sul 2009. E se Izquierda Plural ottiene il 10% dei voti, i risultati migliori li fa registrare il movimento di sinistra Podemos, appena nato, che si aggiudica quasi l’8% delle preferenze.
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