Ma il Sinai resta instabile: rapiti due turisti

GerusalemmeNon era ancora arrivato all'aeroporto Barack Obama che già i giornali israeliani si stavano occupando di altre notizie, preoccupanti, in arrivo dai confini del Paese. Un turista israeliano e una donna norvegese sarebbero infatti stati sequestrati da uomini armati nell'instabile Sinai egiziano. I ministeri degli Esteri israeliano e norvegese confermano la scomparsa dei loro cittadini anche se ieri in serata non era ancora chiara la dinamica dei fatti.

L'uomo - un arabo israeliano di Nazareth - e la donna norvegese erano a bordo di un taxi, viaggiavano verso la località di Dahab, sul Mar Rosso, quando, secondo il racconto dell'autista, uomini armati hanno fermato l'automobile puntando loro le armi. Fonti dell'intelligence egiziano riportate dai mass media locali raccontano che probabilmente all'origine del sequestro c'è l'azione di clan di beduini della zona che vogliono la scarcerazione di alcuni loro parenti. Non è la prima volta che accade. Altri turisti sono stati rapiti per poche ore nelle ultime settimane. Il mese scorso è successo a due americani, moglie e marito, lui alto dirigente della ExxonMobil, e a due britannici in rotta verso le spiagge del Mar Rosso. Alle autorità locali non risulta che il cittadino israeliano sia stato sequestrato per la sua nazionalità.

Il Sinai egiziano, meta di turisti che arrivano da tutto il mondo e soprattutto dalla vicina Europa, dalla caduta del raìs egiziano Hosni Mubarak nel febbraio 2011 è diventato ogni giorno più instabile. Israele nei mesi passati ha accelerato la costruzione di una barriera difensiva che corre lungo i 266 chilometri di confine con L'Egitto. All'origine era stata pensata per fermare il flusso di immigrati in arrivo dall'Africa, il contrabbando di droga e prostitute. Oggi serve a proteggere la regione oltre il confine dalla possibile infiltrazione di gruppi armati. Soltanto l'estate scorsa, ad agosto, uomini armati avevano assalito un posto delle forze di sicurezza egiziane uccidendo 16 persone per poi cercare di farsi esplodere a bordo di alcuni veicoli oltre il confine israeliano. E l'anno prima, nel Sud, verso la cittadina costiera israeliana di Eilat, attacchi a catena lungo la frontiera avevano provocato la morte di otto israeliani.

Non è soltanto il confine con l'Egitto a preoccupare Israele. Negli ultimi mesi le tensioni maggiori arrivano in realtà dal Nord, dalla frontiera con la Siria. I combattimenti tra forze del regime di Bashar El Assad e ribelli si stanno avvicinando sempre di più a Israele. Soltanto giovedì le forze anti Assad avrebbero catturato il villaggio di Khan Arnabah, a pochi metri da Israele, sulle alutre del Golan.

Nei mesi scorsi colpi di mortaio sono caduti nelle comunità rurali israeliane vicine al confine e da quando 21 peacekeeper filippini sono stati sequestrati per alcune ore dai ribelli siriani a inizio mese la missione delle Nazioni Unite ha smesso i pattugliamenti lungo il confine.

Twitter: @rollascolari

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