Sofia, mosse da regina per riconquistare la Spagna

Alla soglia dei 75 anni è la più amata dai concittadini ed è sempre impegnata: è lei l'ultima speranza per risollevare le sorti dei Borbone

Sofia, mosse da regina per riconquistare la Spagna

Piacciono in pochi, ormai. E alla Casa reale di Spagna devono farne tesoro. Perciò la regina Sofia, con i saluti e lo sguardo bonari dietro ai quali ha nascosto un anno terribile, è merce preziosa. Scandali di Palazzo e crisi economica hanno reso gli spagnoli insofferenti alla monarchia: di casa Borbone amano - dicono i sondaggi - soltanto lei e l'erede al trono Felipe. E forse non è un caso: madre e figlio sono legatissimi, uniti come non mai, si sentono sempre (anche al telefono), si incontrano spesso. Qualche settimana fa, in occasione di uno dei discorsi ufficiali che Felipe ha tenuto al posto del padre ancora convalescente, il principe le ha fatto leggere tutto il testo prima di pronunciarlo.
Insomma fra loro è sempre amore, anche se lo stesso non si può dire della relazione fra Sofia e Juan Carlos: lei certo si mostra affettuosa col re, gli fa visita, ma i loro cinquant'anni di nozze - l'anno scorso - sono stati i meno festosi della storia, nel pieno della bufera scatenata dalla trafila di corna di lui, che ha avuto pure la scortesia di farsi beccare durante un safari in Botswana con una delle sue amanti (una principessa tedesca), uccidere un elefante con grande indignazione degli animalisti, sperperare denaro e tempo alla faccia dei concittadini che non hanno un lavoro e farsi pure male a una gamba. La figuraccia è arrivata, beffardamente, mentre il genero Inaki Urdangarin, marito di sua figlia Cristina, si faceva accusare di corruzione per aver fatto «sparire» milioni di euro di soldi pubblici (ora Cristina, marito e figli sono in esilio a Ginevra). In tutto ciò, Sua Maestà la regina è rimasta una roccia, il cuore murato come l'Alhambra, i gesti e il destino che sono andati avanti a scorrere impassibili, certo grazie a (o a causa di, dipende dai punti di vista) un'educazione rigida, da sovrana, figlia di re (di Grecia), moglie di re e madre di un futuro re. È anche per questo che El Pais l'ha incoronata la «pacificadora», la vera pacificatrice fra gli inquilini della Zarzuela e il resto della Spagna, la speranza di una resuscitata popolarità della monarchia (visto che Letizia Ortiz piace e non piace, lei che viene dal mondo del giornalismo segue un po' la sorte che i media riservano ai personaggi pubblici: alti e bassi) e la speranza della famiglia reale stessa.
Perché pure in casa sua Sofia deve fare da pacificatrice, tenere uniti i fili di relazioni in bilico, con la figlia Cristina cacciata di fatto dai ruoli ufficiali, le tensioni con il re, la «correttezza» (ma non si va oltre) del rapporto con la nuora Letizia. Ora che sta per compiere settantacinque anni, il prossimo due novembre, la casa reale dovrebbe festeggiare la sua eroina: una donna che, di fronte allo spiattellamento planetario della sua vita privata e dei tradimenti infiniti dell'uomo di una vita, ha reagito chiedendo ai collaboratori di infittirle l'agenda. In pratica, non ha più avuto una settimana senza impegni pubblici, ha compiuto tre viaggi «di lavoro» a Lisbona, a New York e in Mozambico, ne progetta un altro in Guatemala. Si è concentrata ancora di più sulle sue «mansioni»: cultura e solidarietà. Ha continuato a leggere giornali e iPad (la sua passione), ha continuato a fare le lunghe conversazioni al cellulare per commentare fatti e giornate, per cui è famosa. Ha pochi amici, dicono: la sorella Irene, la cugina Tatiana Radziwill, le sorelle del re.

In un libro che l'anno scorso ha fatto molto rumore, Pilar Eyre l'ha definita la donna più sola di Spagna, lei con tre figli e migliaia di amanti del marito nell'armadio, scheletri ingombranti e ormai non più invisibili. Ma pare che gli spagnoli la amino, e non sia poi così sola, anzi.

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