Turchia, consensi in caduta libera per Erdogan

Sondaggi negativi per il premier. Intanto si è aperto il processo a otto persone fra cui 4 poliziotti accusati di avere ucciso un manifestante di Gezi Park

Turchia, consensi in caduta libera per Erdogan

Erdogan non se la passa bene. I consensi nei confronti del primo ministro turco confronti sono in caduta libera. Un sondaggio condotto nei giorni scorsi dall’istituto Veritas evidenzia che alle prossime elezioni presidenziali il 47% è deciso a votare per il Abdullah Gul, presidente uscente, mentre a Recep Erdogan andrebbe solo il 17,5% dei consensi. Ancora indeciso il 30,6%. Né l'uno né l'altro al momento hanno annunciato l'intenzione di candidarsi. Quindi è un sondaggio che si basa su presupposti del tutto teorici, anche se il malcontento nei confronti di Erdogan è sempre più grande, specie dopo lo scandalo della Tangentopoli sul Bosforo, che lo ha costretto a un rimpasto di governo.

Gradimento in picchiata anche per ciò che concerne l'Erdogan capo del governo: esattamente due anni fa il premier era apprezzato dal 60,5% dei turchi, l'ultimo sondaggio, invece, lo colloca intorno ad un misero 26,9%. In calo (anche se meno evidente) il partito islamico (Akp) che fa riferimento al premier. Alle elezioni comunali che si terranno tra due mesi otterrebbe il 36,4% dei voti, contro il 38% delle comunali del 2009. Il calo è assai più forte se si compara il dato alle politiche del 2011, quando l’Akp

Alle politiche l’Akp rischia di prendere una batosta, pur restando il primo partito. Se si votasse oggi, infatti, difficilmente riuscirebbe ad andare oltre il 37,9%. Ma chi guadagnerà da questo calo? Tutte le altre forze politiche: il kemalista Chp, il nazionalista Mhp, il curdo Bdp. Vedrebbero aumentare i consensi anche i piccoli partiti conservatori e di stampo islamico che oggi non sono presenti in parlamento perché non non sono riusciti a superare il quorum.

Gezi Park, al via il processo per uccisione manifestanti

A Kayseri, nella Turchia centrale, si è aperto il processo a otto persone fra cui 4 poliziotti accusati di avere ucciso, picchiandolo a morte il 2 giugno scorso, un giovane manifestante di Gezi Park, Ali Ismail Korkmaz, 19 anni. Il ragazzo era stato bloccato in una strada poco illuminata a Eskisehir mentre cercava di sfuggire ad una violenta carica della polizia contro i manifestanti ed era stato picchiato selvaggiamente da un gruppo di uomini. Ali Ismail era morto il 10 luglio dopo 38 giorni in coma. La dura repressione delle grandi manifestazioni di Gezi Park in maggio e giugno aveva causato sei morti, oltre ottomila feriti e migliaia gli arresti. Erdogan aveva più volte reso omaggio all’operato della polizia. La dura repressione della rivolta dei giovani contro la linea autoritaria del premier aveva attirato su Ankara una pioggia di critiche da tutto il mondo.

Più di una volta lopposizione ha denunciato l’impunità garantita ai poliziotti. Pochi agenti sono stati perseguiti. Per ragioni di sicurezza il processo contro i presunti assassini del giovane è stato spostato, nonostante le proteste della famiglia, da Eshisehir a Kayseri. Duemila agenti antisommossa sono stati disposti attorno alla sede del tribunale.

Solo gli avvocati, i familiari e i giornalisti sono stati autorizzati ad entrare. Il governatore di Kayseri ha vietato ogni manifestazione sempre per motivi di sirurezza. Ma centinaia di giovani si sono comunque concentrati vicino al tribunale per far sentire la loro pressione.

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