Usa, disoccupazione in calo? Romney contesta: non c'è ripresa

Il candidato repubblicano alla Casa Bianca contesta i dati sull'occupazione e critica le politiche di Obama. La lezione americana: l'elettore conta di Giuseppe De Bellis

Usa, disoccupazione in calo? Romney contesta: non c'è ripresa

La disoccupazione negli Stati Uniti è in calo? I numeri relativi al mese di settembre, appena diffusi, dicono di sì. Per la prima volta dal 2009 il dato percentuale relativo è sceso al di sotto dell'8%, al 7,8%. 0.3% in meno rispetto al mese di agosto. E la stessa percentuale di quando Obama arrivò alla Casa Bianca. Ma Mitt Romney, candidato repubblicano alla presidenza non sembra convinto dall'immagine dell'America che il rapporto vorrebbe mostrare.

Romney non ci sta e attacca: "Questa non è la vera ripresa". Fa presente che "a settembre abbiamo creato meno posti di lavoro in agosto, ed in agosto meno che in luglio". E che fatti i conti sul periodo del mandato Obama, gli americani lasciati a casa nel settore manifatturiero sono 600mila.

La riduzione percentuale del numero dei disoccupati, al repubblicano non bata. La situazione del mercato del lavoro negli Stati Uniti ai suoi occhi è ben diversa. E "se non fosse per le persone che sono semplicemente uscite dal mercato, il vero tasso di disoccupazione sarebbe vicino all'11%".

Il candidato alla Casa Bianca ribalta i dati contro il rivale, già sconfitto nel primo dibattitto che li ha visti opposti faccia a faccia, all'università di Denver. E definisce "politiche fallimentari" le mosse occupazionali messe in campo da Obama, che hanno portato "23 milioni di americani" a faticare a trovare un lavoro, "quasi uno su sei che vive sotto la soglia di povertà e 47 milioni di persone che dipendono dagli aiuti federali per dar da mangiare a se stessi ed alle loro famiglie".

12 milioni di posti e la soglia dell'8%

Il gioco delle percentuali sulla disoccupazione non è soltanto un modo per contestare Obama. Dal dopoguerra nessuno è riuscito a farsi rieleggere con un livello di disoccupazione superiore al 7,2 per cento (leggi anche Il nuovo presidente scelto dai disoccupati di Giuseppe De Bellis)

Romney conclude la sua riflessione con un piccolo spot elettorale. "Se io sarò eletto - dice - vi sarà una vera ripersa con le politiche pro crescita che creeranno 12 milioni di nuovi posti di lavoro e faranno crescere il reddito di tutti".

E la risposta di Obama non si fa attendere: i dati non devono essere occasione per una strumentalizzazione in senso politico.

I 12 milioni di posti in più sono uno dei tormentoni della campagna presidenziale del candidato repubblicano, che ha ripetuto in più

occasioni la stessa affermazione. I suoi oppositori gli criticano l'enormità del numero: nella storia soltanto due presidenti, Ronald Reagan e Bill Clinton, come scrive tra gli altri Rachel Weiner sul Washington Post, sono riusciti a raggiungere quota 12 milioni in più.

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Avatar di ortensia ortensia
5 Ott 2012 - 22:00
albertzanna:

concordo. Inoltre Obama ha bisogno del suo teleprompter e nei dibattiti non credo che ci si possa portare il gobbo suggeritore.
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Avatar di albertzanna albertzanna
5 Ott 2012 - 19:06
Mi pare che sia più che sospettabile questa improvvisa diminuzione della disoccupazione, considerando che 3 giorni fa c'è stato un pubblico confronto fra i due candidati alla elezione presidenziali e Obama ha fatto la figura del peracottaro. Obama ha come strategista della sua campagna elettorale un tizio chiamato David Axelrod, un ebreo che odia se stesso, come lo ha definito il premier israeliano, che spesso e volentieri adultera i dati per renderli a favore del suo pupillo.
Axelrod ha sostenuto, fino a 5 minuti prima del dibattito, che Mitt Romney sarebbe stato surclassato dalla retorica di Obama e dalla giustezza dei dati che parlano a favore della politica della Casa Bianca. Ora che Obama ha perso questo primo confronto Axelror, a caldo subito dopo il termine del confronto, ha rilasciato la dichiarazione: "che si, Romney ha vinto, ma questa era la prima possibilità per il presidente di vedere personalmente Romney all'opera in questi dibattiti", ha continuato. "Bisogna puntare sul fatto che è una sorta di astuto imbroglione".
Ed ora questo improvviso miglioramento sui dati di disoccupazione: Obama a un mese dalle elezioni puntava a vincere il confronto già dal primo dibattito. Lo ha perso, e molto male, e diventato nervoso, non sa perdere, non ha mai saputo perdere ed ora vede con timore gli altri due appuntamenti. E' la misura che quando esce dalla sua capacità retorica, in italiano si dice "essere affabulatore" diventa un bravissimo cacciatore di mosche, ma come ha dimostrato in 4 anni alla Casa Bianca, un mediocre politico ed un pessimo amministratore
Avatar di ortensia ortensia
5 Ott 2012 - 20:21
I dati sulla disoccupazione possono essere stati un po'impoveriti qua e la'. I sondaggi possono risentire di aggiustamenti. Esempio: a domanda rispondi "si o no'. risposta:" no". Hai detto "no"? "si" bene allora e' si' o cose del genere.Si puo' fare di tutto per sostenere il proprio candidato.
Avatar di scappato scappato
5 Ott 2012 - 20:31
Il presidente più vicino, come risultati, ad Obama e' Carter. Quando Reagan vinse le elezioni, l'America aveva circa 230 milioni di abitanti. Oggi sono circa 315 e per Romney, creare 12 milioni di posti di lavoro sarebbe come per Reagan ne avesse creato poco meno di 9. Può riuscirci, e col suo C.V. certamente meglio do Obama.
Avatar di ortensia ortensia
5 Ott 2012 - 22:00
albertzanna:

concordo. Inoltre Obama ha bisogno del suo teleprompter e nei dibattiti non credo che ci si possa portare il gobbo suggeritore.
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