«Euro di serie A? C’è spazio solo per il Nord Italia»

Quello che soffia oggi in Germania non è solo vento di nostalgia per una moneta forte e perduta. È anche un malessere che la crisi greca sta tramutando in influenza. E l’influenza in insofferenza: per i pesi morti, per chi non ce la fa. Di questi temi, nel suo numero di maggio, se ne è occupata la rivista Limes, sotto l’eloquente titolo Deutschland Über Alles - E poi gli altri. Ne abbiamo parlato con il direttore, Lucio Caracciolo.
Come lo chiamiamo, questo malessere?
«Senz’altro nostalgia del marco, dato che quella rinuncia è qualcosa che la Germania non ha mai digerito».
Fu il prezzo per l’unificazione...
«Certo, ma imposto da una Francia spaventata dall’ipotesi di una Germania troppo potente, forte dell’accoppiata marco-Bundesbank».
Con «imposto» intende dire che difficilmente l’euro sarebbe stato adottato spontaneamente dai tedeschi?
«Se all’epoca avessero fatto un referendum, come in altri Paesi...».
Chiaro. Ora però, con il caso Grecia, pare che il malessere diventi malanno. E la nostalgia egoismo. Ovvero: che Atene si arrangi.
«Il sì tedesco al salvataggio della Grecia nasconde a fatica sia l’irritazione dei tedeschi sia quella del loro governo. La Germania non vuole diventare il bancomat d’Europa».
E domani potrebbe avere la tentazione di scaricare altri Paesi che dovessero entrare in crisi, per esempio quelli dell’Est.
«Ipotesi che mi sembra impercorribile considerando che quei Paesi sono diventati di fatto le braccia dell’economia germanica».
I tedeschi hanno già pagato un prezzo, quello della loro unificazione...
«In verità, quella l’abbiamo pagata tutti. Mentre la Germania ha dapprima tentato di imporre le sue regole; poi, dimostrando di essere molto più debole di quanto la crediamo, ha violato più di una volta quelle comunitarie, Patto di stabilità compreso».
La signora Merkel non mi sembra essere molto nelle sue grazie.
«La ritengo un leader buono per tempi sereni, non certo difficili come gli attuali».
Torniamo a quell’euro mal digerito...
«La verità è che la crisi ha messo in luce la difficoltà a gestire un mondo senza autorità statuali, nel senso che l’euro non è una vera moneta, è una moneta politica, figlia di una convenzione».
Vede delle alternative?
«Un europlus per quei Paesi legati economicamente alla Germania, come il Benelux, l’Austria, la Slovacchia e ovviamente anche la Francia. Senza dimenticare che però...».


Però che cosa?
«Che una simile ipotesi spaccherebbe l’Italia, portandosi dietro quel Nord imprenditoriale di fatto già legato anch’esso proprio a quel pezzo d’Europa».
E il resto si arrangi, come la Grecia? Quell’europlus piacerebbe a Umberto Bossi.
«Non a caso lui ne aveva già parlato».

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