Da settimane, gran parte dei Paesi europei ha rafforzato le proprie zone di confine. La Francia, che ormai da anni ha sospeso arbitrariamente Schengen e la libera circolazione, con lo scoppio della guerra in Medio Oriente ha ulteriormente blindato il suo confine con l'Italia. Dopo l'attentato in Belgio, inoltre, il Paese transalpino ha aggiunto controlli anche su quel versante. L'incremento di irregolari in arrivo sulle coste italiane ha spinto alla chiusura anche la Svizzera e l'Austria, che hanno rafforzato i loro confini anche sul versante tedesco, in accordo con la Germania. Notifiche di sospensione di Schengen sono arrivate da anche da Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia. L'Italia, che finora sembrava non voler prendere alcuna decisione in merito, si è unita alla decisione a fronte del nuovo riacutizzarsi della crisi in Medio Oriente. Questo ha spinto il governo a blindare il confine con la Slovenia.
La rotta balcanica, infatti, porta in Italia ogni anno decine di migliaia di irregolari che, non trovando più sbocchi verso gli altri Paesi dell'Unione, sono costretti a rimanere nel nostro Paese. Il conflitto tra Israele e Palestina, che rischia di allargarsi ad altre aree della zona, potrebbe spingere ulteriori flussi in direzione dell'Europa, ormai blindata: se l'Italia lasciasse aperto il valico con la Slovenia rischierebbe di trovarsi con un ulteriore fronte imponente al pari di quello di Lampedusa, o quasi. Il ministro dell'Interno sloveno Bostjan Poklukar è stato informato in giornata dal suo collega Matteo Piantedosi della decisione dell'Italia di riattivare i controlli con il Paese sul confine orientale. L'obiettivo della misura, come ha spiegato Piantedosi a Poklukar, è la "prevenzione del terrorismo e della criminalità organizzata", si legge in un comunicato del ministro dell'Interno sloveno. A sua volta, la Slovenia sarebbe in procinto di riattivare i controlli con Ungheria e Croazia.
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è assunta la piena responsabilità della decisione: "Con il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi abbiamo comunicato in sede europea la decisione del Governo italiano di ripristinare i controlli alla frontiera tra Italia e Slovenia. La sospensione del Trattato di Schengen sulla libera circolazione in Europa si è resa necessaria per l'aggravarsi della situazione in Medio Oriente, l'aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e soprattutto per questioni di sicurezza nazionale, e me ne assumo la piena responsabilità".
L'allarme sicurezza a causa della paura di una nuova stagione terroristica sta portando a una sospensione de facto degli accordi di Schengen di cui l'Unione europea dovrebbe prendere atto. Nel frattempo, in Austria, il governo locale ha elevato al livello quattro l'allerta terrorismo, il secondo più alto. Dopo la blindatura dei confini sale anche l'attenzione all'interno del Paese alpino. La polizia si affiderà sempre di più all'appoggio dell'esercito per portare a termine compiti di protezione e garantire la sicurezza e fino a 190 soldati saranno schierati per rafforzare i controlli.
Per il momento, saranno aumentati i presidi in quelli che vengono considerati come obiettivi sensibili, in particolare le strutture riconducibili al mondo ebreo. Una soluzione adottata già da una settimana dall'Italia, che a Roma ha aumentato la sorveglianza di numerosi siti e sedi istituzionali.
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