Mentre a Berlino è in corso un meeting tra il ministro degli Interni, Nancy Faeser, i rappresentanti della coalizione "semaforo" e quelli degli Stati federali per discutere del nuovo piano sicurezza, in Europa si sollevano le polemiche. Stando a quanto riferisce la Bild, il governo avrebbe già fatto dei passi indietro sulla linea dura presentata ieri, tanto da far infuriare i presidenti dei Land. L'idea iniziale era quella di chiudere le frontiere con tutti i Paesi confinanti, sospendendo in toto il trattato di Schengen. Ma, dal canto loro, gli Stati attorno alla Germania, che dovrebbero subire le frontiere chiuse e veder respinti i migranti nei loro confini, stanno alzando la voce e l'Unione europea ha lanciato il suo monito al governo di Berlino.
È "un tipo di azione inaccettabile dal punto di vista polacco", ha detto il primo ministro di Varsavia Donald Tusk, come riporta l'emittente Tvn24, davanti alla prospettiva presentata dalla Germania nella conferenza tenuta ieri da Faeser. "Non ho dubbi che sia la situazione politica interna tedesca a causare questi passi, e non la nostra politica nei confronti dell'immigrazione clandestina ai nostri confini", ci ha tenuto a sottolineare il premier polacco, la cui politica in materia è particolarmente stringente, come in altri Paesi dell'est-Europa. Seppur non siano in discussione i buoni rapporti tra Germania e Polonia, oltre che con tutti gli altri, ha precisato Tusk, "nelle prossime ore chiederemo ad altri Paesi interessati da queste decisioni di Berlino di consultarsi urgentemente su come agire all'interno dell'Unione Europea su questo tema".
Diversa la posizione del leader del partito della destra olandese Pvv (Partito per la Libertà), Geert Wilders, che si è detto favorevole all'introduzione dei controlli di frontiera anche dal lato del Paesi Bassi. "Se la Germania può farlo, perché non possiamo farlo anche noi? Per quanto mi riguarda, prima è, meglio è", ha detto al De Telegraaf, sottolineando che l'accordo di governo firmato da diversi partiti, compreso il suo, prevede che i controlli alle frontiere saranno rafforzati: "Allora mi sembra che valga almeno la pena di esaminarlo attentamente da parte del governo".
Nella giornata di ieri, Vienna aveva già reagito alla decisione tedesca, mostrando tutto il suo disappunto e dichiarando che "non accetterà le persone respinte dalla Germania. Non c’è spazio di manovra". Una chiusura netta da parte dell'Austria, che per voce del ministro degli Interni austriaco, Gerhard Karner, ha chiesto alla Germania di attenersi agli attuali regolamenti. Ed è lo stesso che ha fatto oggi l'Unione europea durante il briefing stampa attraverso la portavoce della Commissione europea per gli Affari interni, Anita Hipper. "In base al codice frontiere Schengen, gli Stati membri possono reintrodurre i controlli al confine per affrontare minacce serie e di sicurezza interna quando queste misure sono necessarie e proporzionate", ha spiegato la portavoce, sottolineando che sono stati aperti canali di comunicazione con tutte le parti interessate. "Stiamo valutando le misure introdotte e per ora non speculiamo su eventuali effetti", ha concluso.
Ma nel corso del briefing c'è stato anche modo di affrontare direttamente il tema dei dublinanti. Solo pochi giorni fa, la Germania ha fatto sapere che avrebbe preteso la riapertura dei canali dei dublinanti con l'Italia, che rifiuterebbe la riconsegna dei migranti che hanno fatto richiesta d'asilo nel nostro Paese. Hipper, però, ha riferito che nel corso del 2023 ci sono state "2.132 richieste inviate dalla Germania all'Italia" di riaccoglimento di richiedenti asilo, e che tutte sono state accettate.
Quindi, il patto di Dublino tra Italia e Germania, nonostante il nostro sia un Paese di primo arrivo che deve far fronte a una crisi migratoria costante, mitigata solamente dall'intervento del governo Meloni, continua a funzionare. Nonostante dalla Germania venga dichiarato il contrario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.