Invasione di campo. Ma a senso unico

Coloro che infatti protestano per le "invasioni di campo" di Elon Musk sono gli stessi che quotidianamente "invadono" con violenza la sovranità degli Stati Uniti

Elon Musk
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C'è gran fermento nella sinistra per la possibilità che il governo italiano stringa un accordo da 1,5 miliardi con SpaceX, l'azienda aerospaziale di proprietà di Elon Musk, il miliardario americano braccio destro del Presidente eletto Donald Trump. Si tratta di tecnologie - immagino satelliti e diavolerie del genere - necessarie per rafforzare la difesa militare del Paese. Ieri il governo ha smentito che sia stato per ora raggiunto un accordo del genere, Musk in un post è stato più allusivo e possibilista. Se ne sa troppo poco per esprimere un giudizio, lo stesso portavoce della Commissione europea per la Sovranità digitale ha dichiarato che da parte dell'Italia non c'è stata alcuna comunicazione: «Non commentiamo discussioni in atto e comunque l'Italia è uno Stato sovrano e può concludere accordi con chi ritiene». Ad aumentare l'insofferenza delle sinistre europee nei confronti di Musk ci sono poi le sempre più frequenti esternazioni del magnate di Tesla nei confronti delle politiche europee. L'ultima è stata aver definito «spregevole» il premier britannico Keir Starmer. Certo Musk è uno che non fa giri di parole quando deve esprimere le sue opinioni, ma non è che all'inverso funziona diversamente. Coloro che infatti protestano per le sue «invasioni di campo» sono gli stessi che quotidianamente «invadono» con violenza la sovranità degli Stati Uniti, prima tifando per l'elezione della candidata democratica Kamala Harris poi con giudizi sprezzanti sul presidente eletto Donald Trump e sulla sua decisione di avvalersi della consulenza di Musk. La libertà di parola e di opinione non può avere confini né limiti, neppure per chi ricopre incarichi pubblici, e comunque non può essere censurata da chi ogni giorno la rivendica e pratica nei confronti degli avversari politici dentro e fuori i confini nazionali.

Persino il portavoce della Commissione europea, interpellato sul caso ieri dai giornalisti, ha ammesso che «Musk può esprimere i suoi punti di vista sulla politica europea, è un suo diritto». Sì, è vero, c'è un pericoloso tentativo di ingerenza in corso, quello della sinistra nella libertà di espressione. E purtroppo, come ben sappiamo, non è una novità.

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