“I dazi Usa e gli choc globali rischiano di agitare l’inflazione”. Il monito di Lagarde

La presidente della Bce avverte: “Non possiamo garantire il 2% di inflazione stabile, ma reagiremo con agilità per proteggere l’Eurozona”

“I dazi Usa e gli choc globali rischiano di agitare l’inflazione”. Il monito di Lagarde
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Serve una politica monetaria flessibile per reagire a eventuali choc inflazionistici causati dai dazi dell’amministrazione Trump. È quanto ha sottolineato oggi, durante la conferenza 'The ECB and its Watchers', la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde.

"Il livello di incertezza economica e geopolitica è eccezionalmente alto", ha affermato Lagarde, sottolineando l'importanza di mantenere la fiducia del pubblico: "La nostra risposta ai recenti episodi inflattivi deve dare a chi ci guarda la fiducia che faremo sempre tutto ciò che è necessario per assicurare la stabilità dei prezzi". Ha aggiunto poi che la politica della Bce "può adattarsi alle nuove circostanze".

Di fronte a choc imprevedibili e mutevoli, i banchieri centrali dovranno dimostrare grande reattività. "Dovranno mostrare agilità per aggiustare la loro posizione e i loro strumenti alle circostanze che cambiano" ha spiegato Lagarde, evidenziando come semplici indicazioni di policy potrebbero risultare inadeguate in questo contesto. "All'interno di una strategia ben articolata e di un solido impegno a mantenere la stabilità dei prezzi, dobbiamo mantenere l'agilità a rispondere alle circostanze complesse che emergono".

La presidente ha inoltre evidenziato il rischio di vincolarsi a percorsi predefiniti sui tassi di interesse: "Quando l'ampiezza e la distribuzione degli choc diventa altamente incerta, non possiamo dare certezza legandoci ad un percorso dei tassi preciso", poiché ciò potrebbe "limitare l'agilità della politica monetaria di fronte a rapidi cambi al contesto dell'inflazione". Tuttavia, la Bce può offrire maggiore chiarezza sulla propria funzione di reazione, aiutando il pubblico a comprendere i fattori che influenzano le decisioni.

Guardando alle dinamiche globali, Lagarde ha affrontato i possibili effetti della frammentazione commerciale e dell'aumento della spesa per la difesa: questi fenomeni "hanno effetti a due facce: potrebbero spingere l'inflazione verso l'alto, ma i dazi statunitensi potrebbero anche ridurre la domanda di esportazioni dell'Ue e reindirizzare l'eccesso di capacità produttiva dalla Cina verso l'Europa, facendo diminuire l'inflazione". Tuttavia, ha avvertito che "la direzione degli choc è molto più difficile da predire rispetto a prima".

L'Eurozona, con la sua apertura commerciale e la dipendenza dalle importazioni energetiche, resta particolarmente vulnerabile. "I nuovi choc possono alimentare l'inflazione in modo più diretto", ha dichiarato Lagarde, facendo riferimento alla recente volatilità dei tassi di cambio e dei prezzi delle materie prime. Per questo motivo, "in questo contesto non possiamo garantire che l'inflazione sarà sempre al 2%", ma la Bce manterrà la sua politica orientata a far convergere i prezzi verso l'obiettivo nel medio termine, indipendentemente dagli choc.

Infine, Lagarde ha ribadito l'importanza di monitorare l'ancoraggio delle aspettative di inflazione: "Proprio perché le aspettative erano ben ancorate, la recente disinflazione è stata ottenuta a un costo relativamente basso rispetto a episodi simili nel passato".

La Bce continuerà quindi a osservare attentamente i segnali provenienti dai mercati, dagli analisti, dalle famiglie e dalle imprese, con l'obiettivo di garantire stabilità in un contesto economico in continua evoluzione.

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