Lo diciamo da liberali moderati, da italiani convinti e da europeisti tiepidi. La retorica dell'Europa come grande casa «Comune» per le sfide del domani ha rotto abbondantemente i mattoni.
L'azienda di consulenza Deloitte, fonte sicura, ha analizzato la direttiva dell'Unione europea sulle cosiddette «case green» e ha calcolato che per riqualificare il patrimonio immobiliare italiano servono tra gli 800 e i mille miliardi di euro. Una cifra vicina alla metà del Prodotto interno lordo del Paese.
Trans sarà anche bello. Ma la transizione ecologica non così tanto.
La domanda è: chi paga? I conti pubblici sono scassati dal Superbonus e quelli privati azzerati da carovita e bassi stipendi.
E quindi?
Un amico economista ci ha spiegato che i proprietari non potranno pagare le ristrutturazioni, così i fondi immobiliari si compreranno le loro case per due soldi e poi le rivenderanno, rifatte, a quattro, o a otto. Un amico di Confedilizia invece ci ha detto solo che è una follia. La legislatura europea dovrebbe sostituire al fanatismo il buon senso e al dirigismo la libertà economica.
Da parte nostra aggiungiamo solo che bisogna stare attenti quando si parla del mattone.
Prima di metterne uno sopra al sogno di Bruxelles.Abbiamo visto troppi politici italiani cadere, a loro insaputa o no, sulla casa. Ora non vorremmo vedere cadere l'Europa, per stupidità o meno, sulla casa degli italiani. L'8 e il 9 giugno si voterà anche su questo.
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