Sulla cauzione per i migranti arriva il primo altolà da parte dell'Europa. In questi giorni ha fatto molto discutere in Italia la normativa che fissa a 4.938 euro la spesa da sostenere per evitare la detenzione. Il riferimento è a quei migranti che provengono dai Paesi considerati sicuri. Da una parte il governo di centrodestra pone l'attenzione sul fatto che si tratta del recepimento di una direttiva europea; dall'altra la sinistra parla di ennesimo atto di crudeltà. Nel frattempo la Commissione europea ha espresso tutta la sua cautela del caso.
Nello specifico l'esecutivo Ue si è voluto soffermare sulla linea che prevede una somma uguale per tutti, un passaggio che potrebbe risultare essere in conflitto con la normativa europea. Da Palazzo Berlymont tengono a sottolineare che ogni misura alternativa alla detenzione "deve superare la verifica di proporzionalità". Non viene messa in discussione la possibilità di prevedere una cauzione, ma si punta l'attenzione sul principio di proporzionalità indicando che "ove necessario, e sulla base di una valutazione caso per caso, gli Stati membri possono trattenere il richiedente, salvo se non siano applicabili efficacemente misure alternative meno coercitive".
"È importante avere le giuste salvaguardie per assicurarlo", viene aggiunto. Specificando che le scelte sulla cauzione devono essere intraprese sulla base di una valutazione individuale. L'Ansa fa notare che l'Ue non ha competenza diretta sulla fissazione della garanzia finanziaria, ma il tutto si potrebbe impugnare presso la Corte di Giustizia se ci si dovesse trovare di fronte a un conflitto con la direttiva europea. La Commissione Ue è in contatto con le autorità del nostro Paese per approfondire il provvedimento, così da esaminare in maniera più specifica la misura italiana e sposare una linea ufficiale per quanto riguarda la cauzione da circa 5mila euro.
Dal suo canto Matteo Piantedosi ha comunque specificato che la garanzia finanziaria di circa 5mila euro, prevista per non essere trattenuti in quella struttura, "non riguarda le persone trattenute nei Cpr". Il ministro dell'Interno ha ricordato che la direttiva Ue riconosce la possibilità di trattenerli con un provvedimento convalidato dall'autorità giudiziaria e che l'alternativa da offrire sia che possano decidere di prestare una sorta di garanzia, anche economica, per evitare il trattenimento.
"A me sembra una questione marginale rispetto all'obiettivo che è quello di risolvere il problema storico di tenere le persone in un limbo per anni sul nostro territorio con grave carico sul bilancio dello Stato", ha dichiarato il titolare del Viminale.
Nel frattempo a Pozzallo è stata avviata la prima struttura di trattenimento di richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri: in tal modo sarà possibile garantire tutte le procedure per accertare se sussistano o meno i presupposti per dare lo status di rifugiato. In caso di esito negativo la persona potrà essere espulsa in un mese e non come avviene ora in tre anni con tanto di aggravio di costi per lo Stato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.