
Nel suo discorso davanti ai parlamentari europei, all'assemblea plenaria di Bruxelles, Ursula von der Leyen cita Alcide De Gasperi. "Non abbiamo bisogno solo della pace tra noi, ma di costruire una difesa comune. Non si tratta di minacciare o conquistare, ma di scoraggiare qualsiasi attacco dall'esterno, mosso dall'odio contro un'Europa unita. Questo è il compito della nostra generazione". La presidente della Commissione puntualizza: "Sono passati settant'anni, ma la nostra generazione si trova di fronte allo stesso identico compito. Perché la pace nella nostra Unione non può più essere data per scontata. Stiamo affrontando una crisi di sicurezza europea. Ma sappiamo che è nelle crisi che l'Europa è sempre stata costruita. Quindi, questo è il momento della pace attraverso la forza. Questo è il momento di una difesa comune".
"Non ci si può fidare di Putin"
"Questo momento di resa dei conti non riguarda solo l'Ucraina", sottolinea von der Leyen. Coinvolge "tutta l'Europa e la sicurezza dell'intero continente. Vladimir Putin ha dimostrato più e più volte di essere un vicino ostile. Non ci si può fidare di lui, può solo essere scoraggiato. E sappiamo che il complesso militare russo sta superando il nostro. Se consideriamo la spesa militare in termini reali, il Cremlino sta spendendo più di tutta l'Europa messa insieme. La produzione europea è ancora di un ordine di grandezza inferiore. E al di là delle capacità tradizionali, la gamma di minacce che affrontiamo si sta ampliando di giorno in giorno. Il Parlamento Europeo ha sostenuto per anni che l'Europa deve fare di più. E aveva assolutamente ragione. In quest'epoca più pericolosa, l'Europa deve aumentare" i suoi sforzi nella difesa.
Stop al Patto di stabilità
Per rafforzare la difesa europea von der Leyen sottolinea che "è fondamentale mobilitare i bilanci nazionali. Oggi spendiamo poco meno del 2% del nostro Pil per la difesa. Ogni analisi concorda sul fatto che dobbiamo spostarci oltre il 3%. L'intero bilancio europeo raggiunge solo l'1% del nostro Pil". Che fare, dunque? "È ovvio che la maggior parte dei nuovi investimenti può provenire solo dagli Stati membri. Ecco perché stiamo attivando la clausola di salvaguardia nazionale, prevista dalle nostre nuove regole fiscali - spiega -. Si tratta di un nuovo strumento creato solo l'anno scorso. E proponiamo di attivarlo in modo controllato, vincolato e coordinato per tutti gli Stati membri. Ciò può trasformare rapidamente ed efficacemente i nostri bilanci della difesa. Gli Stati membri potrebbero mobilitare fino a 650 miliardi di euro nei prossimi quattro anni, aggiungendo l'1,5% del PIL ai loro bilanci della difesa in 4 anni. È una cifra enorme. E tuttavia il Consiglio europeo ci ha incaricato di esplorare ulteriori misure per facilitare una spesa significativa per la difesa a livello nazionale, garantendo al contempo la sostenibilità del debito".
"Necessario fare in fretta"
"Abbiamo bisogno di velocità e di scala", osserva la presidente. "È per questo che abbiamo scelto la procedura d’emergenza di cui all’articolo 122, che è pensata proprio per i momenti in cui sorgono gravi difficoltà nell’approvvigionamento di determinati prodotti".
Ma nello specifico cosa significa? "L’articolo 122 ci permette di raccogliere denaro, di prestarlo agli Stati membri perché lo investano nella difesa. Questo è l’unico modo possibile per possibile per l’assistenza finanziaria di emergenza ed è ciò di cui abbiamo bisogno ora. Terremo il Parlamento costantemente aggiornato".
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