Purtroppo è da un pezzo che la storia delle curve di Milan e Inter è un verop e proprio romanzo criminale. Il gravissimo fatto di sangue consumatosi il 4 settembre a Cernusco sul Naviglio, con l'omicidio del 36enne rampollo dell'ndrangheta di Rosarno Antonio Bellocco per mano dell'ormai ex leader della Curva Nord dell'Inter Andrea Beretta, non è un caso isolato. Ha semmai riacceso i riflettori su rapporti particolari, di amicizia ma anche di affari, fra il mondo della criminalità organizzata e, in questo caso, quello nerazzurro, quindi fra le curve e l'illegalità.
La Milano violenta, in termini calcistici, ha un inizio preciso. Quantomeno, rimanendo all'ultimo decennio. Nel 2018, la sera di Santo Stefano, il corteo di tifosi del Napoli formato da diversi pulmini sta procedendo verso lo stadio prima della super sfida di Serie A a San Siro contro l'Inter. All'improvviso sulla scena irrompono una ventina di automobili. A bordo, un centinaio di ultras nerazzurri, armati di caschi e bastoni. Fra i facinorosi dell'Inter c'è anche Daniele «Dede» Belardinelli, un ultrà varesino di 39 anni che, investito da un mezzo dei napoletani, morirà qualche ora dopo in ospedale, al San Carlo, per le gravi ferite riportate. All'agguato partecipano pure tifosi del Nizza. L'ultrà del Napoli alla guida, per contro, verrà condannato a 4 anni per omicidio stradale e non per omicidio volontario, come chiesto dalla Procura.
Il 12 aprile del 2019, in zona Porta Romana, Enzo Anghinelli viene raggiunto da una pioggia di proiettili mentre è al volante della sua Ford Focus. A sparare sono due uomini. Due colpi raggiungono Anghinelli allo zigomo. L'uomo rimane in ospedale per mesi, in coma. L'agguato, oltre a gettare nel panico un intero quartiere, anche a distanza di anni non trova spiegazioni. Tant'è che, ora, c'è il rischio dell'archiviazione. Le indagini, però, fanno emergere il passato oscuro della vittima, legato al traffico di droga e ai delicati equilibri di potere all'interno della curva milanista. Gli inquirenti, in particolare, sospettano che stupefacenti e ultras facciano parte, in realtà, di un unico movente. Proprio per i legami, strettissimi, fra spaccio e curve. Anghinelli, detto «Enzino», poco prima del tentato omicidio aveva patteggiato tre anni per traffico di droga. In curva, invece, a circa un mese dall'agguato, era stato accerchiato e pestato a sangue.
Tre anni più tardi, il 29 ottobre del 2022, a morire è «Zio Vittorio», al secolo Vittorio Boiocchi, storico capo della Curva Nord, settant'anni di cui oltre ventisei trascorsi in carcere a seguito di una ricca carriera criminale. Boiocchi viene ammazzato, con modalità tipiche dell'esecuzione mafiosa, davanti al portone di casa, nel quartiere di Figino.
L'ultimo episodio, prima dei fatti di Cernusco, risale allo scorso maggio, quando in piazza Axum, a San Siro, cinque ultras del Milan aggrediscono e accoltellano un 25enne romeno, indegno ai loro occhi di indossare una maglia della Curva Sud.
Finiscono in manette in tre: Alessandro Sticco, 42 anni, noto come «Shrek», tra i più importanti esponenti della Sud rossonera e da sempre fedele al leader Luca Lucci, Islam Hagag, 35 anni, conosciuto come «Alex Cologno», e infine Luigi Magrini, 43 anni, in passato colpito da un Daspo scaduto nel 2019.PaFu
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