"Falce, martello e fattura sono il segreto per sfondare nella satira"

Il comico: "Per noi orfani della Dc non c'è spazio. La sinistra fa quello che rimprovera agli altri"

"Falce, martello e fattura sono il segreto per sfondare nella satira"

Maurizio Milani, cosa vuol dire fare satira?

«Beh, prendere in giro se stessi. Ma soprattutto Tomaso Montanari. Lo vedevo ieri sera, in tv, è sempre in tv Un critico d'arte che parla sull'intero scibile umano. Spesso con tesi oscurantiste. Tipo, ieri: non facciamo più opere pubbliche perché quando si costruisce c'è la corruzione. Come dire non andiamo in giro in macchina perché succedono gli incidenti. Ma poi se non andiamo in giro in macchina è anche peggio perché gli incidenti domestici statisticamente sono più rilevanti. Quindi? Cosa facciamo? Nei trent'anni che rimangono da vivere a me e Montanari, cosa facciamo?».

Cosa fate?

«Inquiniamo il pianeta. Oh! Con l'energia non si scherza. I pannelli solari fanno ridere, dài. Bisogna spingere l'industria, il petrolio. Io ho le azioni BP, la British Petroleum».

E cosa c'entra?

«Che la satira prima di tutto è conflitto di interessi. Tutti i comici hanno degli interessi finanziari, e quindi devono stare attenti a non scherzare con le persone sbagliate. Io per esempio non scherzo mai con l'Eni. Come la Gabanelli, che non farà mai un'inchiesta sulla sua banca che le presta i soldi, però rompe le balle al benzinaio di Codogno che versa l'olio esausto nel tombino».

Come sta la satira?

«Oggi si ha paura a farla. Bisogna stare attenti. Quando uso la parola pederasta, che mi piace molto, per poter andare avanti dico subito che anche io sono un pederasta. Così mi cautelo da qualsiasi critica politicamente corretta. Un po' come i miei colleghi afroamericani che fanno la stand-up comedy: solo se sono di colore possono fare battute sulle persone di colore. E solo se sei ebreo puoi raccontare barzellette sugli ebrei. Oggi fare satira significa che se prendi in giro una categoria, devi fare parte di quella categoria. Guarda me: io già da bambino guardavo gli altri bambini, anche la mia fidanzata lo sa, mi nascondo ma in realtà sono un pederasta».

La Disney ha vietato ai minori di 7 anni gli Aristogatti perché il gatto siamese Shun Gon farebbe il verso agli asiatici. Peter Pan è reo di chiamare i nativi americani «pellerossa». E dicono che Dumbo sia razzista.

«Sono tutte cose che alzano l'asticella sempre più in alto. La storia insegna che chi ha fatto la rivoluzione francese poi si è tagliato la testa da solo. Lo disse Pietro Nenni: A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura. Se te la prendi con Abramo Lincoln, che abolì la schiavitù, perché aveva servitù di colore, capisci che non si salverà nessuno. Ti ricordi il compianto Massimo Bordin, di Radio Radicale? Diceva: alla fine i magistrati di Mani pulite si arresteranno fra di loro Ha avuto ragione».

Pensa a Davigo?

«Davigo me lo ricordo che andava in tv a raccontare barzellette che non facevano ridere, che se le diceva l'ultimo comico di Zelig lo buttavano fuori dal locale, tipo quella che Non esistono innocenti, ma colpevoli non ancora scoperti. Io i magistrati li scherzo molto. Sono sempre stato con Silvio Berlusconi. Hai visto? Ora la Corte europea chiede all'Italia se fu applicata una vera giustizia. Noi siamo contenti perché quando non c'è stata più la Dc abbiamo votato Forza Italia. Io infatti sono per Gianfranco Rotondi».

Mi sfugge il riferimento alla Dc.

«Hai mai visto un comico della Dc? No. Sono tutti comunisti. O di sinistra. Coi soldi, ma di sinistra. L'importante è farlo sapere subito».

Cosa: che sei di sinistra o che hai i soldi?

«Tutti e due. Bisogna mettersi il cappello il prima possibile, far sapere che sei dei loro. Se mi fossi iscritto al Pc trent'anni fa adesso lavorerei di più. Io ho iniziato ad andare in tv, a Zelig, poco dopo l'apertura, era l'87, e c'era un gran comunismo in giro, credimi. Mentre al Derby c'era una comicità svincolata dalle logiche politiche, come negli altri locali storici di Milano dove si faceva cabaret. Lì era diverso. Poi è arrivato Berlusconi ed è successa una cosa strana».

Cosa?

«Erano tutti di sinistra, facevano serate nei teatri e in tv, scrivevano libri, conducevano programmi e facevano film, ma dicevano che erano censurati. Ti ricordi l'editto bulgaro di Berlusconi? O la Mannoia?».

Non La seguo più.

«Fiorella Mannoia sulla copertina di un suo disco mette un carro armato col grammofono al posto del cannone Per dire che è pacifista. Poi lei fa il tour, va nei suoi alberghi a cinque stelle, aspetta l'autista che la porta sotto il palco, fa il concerto e torna a casa. Lei ha fatto serata, e il mondo non è cambiato di un millimetro. Però lei è contro la guerra e la fame nel mondo. E allora? Io non ho mai conosciuto uno a favore della guerra o della fame nel mondo. E tu? Sono principi basilari. Non devi nemmeno dirlo. Anche io che sto con Berlusconi sono contro la guerra e per la pace nel mondo».

È una gag?

«Che poi. Vuoi la verità? La fame nel mondo mica la risolve la Fao, un carrozzone che serve a dare lo stipendio ai suoi funzionari. La fame in Africa la risolvi aprendo un McDonald's ogni 50 chilometri, dal Cairo a Johannesburg. Il problema però è che servono allevamenti intensivi e gli Ogm, ma i comunisti e Carlin Petrini non vogliono. E così non si può fare. A loro non interessa risolvere la fame nel mondo ma aprire le università della Gastronomia. Poi una volta all'anno invitano gli agricoltori andini, che non hanno mai preso un aereo in vita loro, che così inquinano venendo qui a sentire Petrini che gli dice che non bisogna inquinare».

Stavamo parlano di satira, però.

«Infatti. Queste cose non le puoi dire neanche facendo satira. Non puoi scherzare sul clima, sul riscaldamento globale, sul matrimonio tra noi pederasti. Io mi sono abituato a difendermi così. Se ad esempio mi chiedono cosa penso del Ddl Zan rispondo che siccome sono problemi etici io da credente mi affido alla più alta autorità morale che esista, cioè il Papa. Quello che dice lui, è Vangelo».

Mi sembra di buon senso, per un cattolico. Dove sta il problema?

«Il problema è che per un credente il Papa è il Papa sempre, sia quando lo è Bergoglio, o lo era Ratzinger, o lo sarà un altro. Invece cosa succede? Che ci sono cattolici, quelli di sinistra, che quando il Papa dice che bisogna accogliere i migranti va bene, ma se dice che la famiglia è composta da un padre e da una madre, non va più bene. Per me invece bisogna fare quello che dice il Papa sempre: quando parla di utero in affitto, eutanasia, accoglienza Lui è l'unico che può andare controcorrente, non compiacere la moda del tempo, anche se Travaglio o Fazio dicono un'altra cosa».

Tu hai lavorato con Fabio Fazio.

«Ho fatto sei edizioni di Che tempo che fa. Lì Michele Serra era il capo degli autori. Un giorno propongo uno dei miei pezzi: io che invito Giovanna Melandri a bere un caffè e lei sviene. A quei tempi credo fosse ministro della Cultura. La prendevo in giro, ma così, alla mia maniera. Poi quando stiamo preparando la scaletta, al giovedì, mi dicono: tutto bene, il pezzo è bello; però non è che invece della Melandri puoi mettere la Prestigiacomo? Cosa che io poi ho fatto: cosa me ne frega a me? Era una cosa innocua. Ma così loro si sono smascherati. Poi capivo che a loro non piaceva che scrivessi per il Foglio di Ferrara E così alla fine me ne sono andato. Mi sono indispettito perché imputavano a Berlusconi quello che loro facevano ad altri: cioè una forma di censura. Che è tipico di quella sinistra lì».

Quale sinistra?

«Quella che se tu vai a fare una serata in un loro circolo poi non ti pagano i bollini Enpals. E poi dicono che Briatore, che invece fa tutto in regola, è volgare. Una volta in uno di quei circoli lì, quelli che sono per Montanari, per un mondo più equo e contro la fame nel mondo, una cameriera si è tagliata con un bicchiere. Le hanno detto: ti diamo cento euro e ti portiamo al Pronto soccorso, ma non dire che lavori in nero».

Mi sembra Propaganda Live.

«Propaganda Live mi piace. Non mi fa ridere ma mi piace».

Comici di oggi che Le piacciono?

«Valerio Lundini, lui è bravo. Non è politico».

La satira è la forma di politica più pericolosa al mondo?

«Sì. Se è libera».

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