Roma - Buone notizie dalla Fao. Per la prima volta da quindici anni, calano gli affamati nel mondo. L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura ha, infatti, stimato che il numero delle persone che non riescono a nutrirsi è sceso del 9,6%, passando da oltre un miliardo a 925milioni.
Stime confortanti, ma non sufficienti Il livello resta "inaccettabilmente alto" e i dati illustrati oggi dalla Fao, insieme al Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo e dal Programma Alimentare Mondiale, non vanno comunque sottovalutati. Nonostante il quadro migliori, secondo l'organismo dell'Onu la fame è ancora un problema lontano dall'essere risolto e mette a rischio gli obiettivi di contrasto fissati dalla comunità internazionale, come quello del World Food Summit del '96 che punta a far scendere a 400 milioni gli affamati nel mondo entro il 2015, arrivando a limitarli al 10% della popolazione mondiale. Quest'anno si è arrivati al 16%, contro il 18% di un anno fa.
I Paesi più affamati Il calo - sottolinea la Fao - è dovuto alla discesa dei prezzi alimentari dopo i picchi del 2008 e alla crescita economica registrata nell'area asiatica al traino di Cina e India. Il direttore generale dell'organizzazione, Jacques Diouf sottolinea, infatti, come la Regione Asia-Pacifico sia quella che conta il maggior numero di persone sottonutrite ma, grazie al calo del 12% rispetto al 2009 che la porta ad attestarsi a 578 milioni di affamati contro i precedenti 658, "è artefice in larga parte del miglioramento registrato a livello globale". Nell'Asia subsahariana - nota ancora la Fao - la proporzione di persone affamate rimane altissima al 30% attestandosi a 239 milioni. Sono 53 milioni gli affamati che si registrano nell'America Latina e Caraibi, 37 milioni quelli in Nord Africa e 19 milioni quelli nei Paesi sviluppati, economie rodate che comunque non riescono a debellare il problema. I Paesi in via di sviluppo rappresentano comunque il 98% della fame nel mondo. Due terzi di quanti soffrono la fame vivono in soli sette Paesi (Bangladesh, Cina, Repubblica democratica del Congo, Etiopia, India, Indonesia e Pakistan) e oltre il 40% vive in Cina e India.
Scarsa capacità di assorbire le crisi Ma la meta del 2015 - rileva Diuof - è ancora difficile da raggiungere. Il fatto è che i Paesi poveri dimostrano scarsa capacità di assorbire le crisi economiche e le impennate delle derrate alimentari. E il recente aumento dei prezzi, dovuto alle tensioni sui cereali dopo l'estate di incendi in Russia, "nel caso persistesse creerebbe ulteriori ostacoli nella lotta alla fame".
Ancora molto da fare Insomma, la Fao ribadisce che c'é ancora molto lavoro da fare per sradicare le radici profonde
della fame. I governi dovrebbero incoraggiare gli investimenti in agricoltura, sviluppare le reti di sicurezza e i programmi di assistenza sociale, e rafforzare le attività che generano reddito per i gli agricoltori poveri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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