Nove miliardi, forse nove e mezzo. Tanti saremo sulla Terra, secondo le proiezioni demografiche, nel 2050. Tanti e affamati, perchè, per dare da mangiare a una popolazione che tra quarant'anni sarà aumentata di 2,3 miliardi di persone, occorrera produrre almeno il settanta per cento di cibo in più rispetto ad oggi. A lanciare l'allarme è un rapporto della Fao, reso noto in vista del vertice mondiale sulla sicurezza alimentare che si svolgerà tra un paio di settimane a Roma.
Dunque, due miliardi e trecento milioni di uomini e donne a cui assicurare un pasto al giorno, possibilmente due. E questo problema, già di per sé grave e difficile soluzione, si incrocerà alle nuove terribili emergenze che aspettano i nostri figli: cambiamenti climatici, epidemie, virus sconosciuti. «Sfide cruciali - si legge nella realazione - che dovranno essere affrontate utilizzando in modo piu' efficiente risorse naturali che sono sempre piu' scarse».
Di tutto ciò e di altro ancora si parlerà nel forum che si terrà il 12 e il 13 ottobre nel palazzone bianco dell'Aventino e che riunira' trecento tra i maggiori studiosi del mondo accademico mondiale, delle ong e di aziende private. A questo gruppo di lavoro spettera' preparare il vertice mondiale sulla sicurezza alimentare, che sara' ospitato, sempre a Roma, dal 16 al 18 novembre.
Secondo la Fao, la popolazione mondiale passerà infatti dagli attuali 6,8 miliardi a 9,1 miliardi di individui nel 2050. «Noi - ha spiegato il vicedirettore dell'agenzia dell'Onu Hafez Ghanem - siamo cautamente ottimisti riguardo le capacita' produttive di soddisfare il fabbisogno della popolazione mondiale nel 2050, ma non sara' una cosa così automatica». Ghanem ha ribadito la necessita' di un'adeguata struttura socio-economica per affrontare gli squilibri esistenti e garantire il cibo a tutti gli esseri umani. Per questo saranno necessari investimenti per assicurare l'accesso al cibo, altrimenti saranno a rischio 370 milioni di persone (il 5 per cento della popolazione nei Paesi i via di sviluppo).
Agricoltura primaria e infrastrutture rurali sono le aree che necessitano di maggiori investimenti.
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