Era Natale 2021 quando Ellie Wilcock iniziò ad avvertire un dolore nella parte bassa dello stomaco. Quello che pensava fosse un'infezione innocua delle vie urinarie, si rivelò invece essere una forma aggressiva e avanzata di cancro all'intestino. I dottori pensavano che fosse inoperabile, ma grazie a un potente mix di fortuna e forza di volontà, Ellie sfidò le probabilità.
La sua storia
Due anni dopo era completamente libera dalla malattia. Un lieto fine che ora Ellie condivide raccontando i sintomi che l'avevano messa in allarme e la sua incredibile storia per chi come lei ha visto cambiare la vita improvvisamente e ha dovuto trovare, con grande coraggio, le armi giuste per combattere la battaglia.
Quando le è stato diagnosticato il tumore all’intestino, racconta all'edizione inglese di Glamour, Ellie aveva 25 anni. Una casa nuova con il fidanzato e un cane appena adottato. Il cancro entra nella sua vita rimescolando tutte le carte e si fa "sentire" per la prima volta a Natale del 2021 con un forte dolore addominale, concentrato nella zona pelvica. Forse un'infezione urinaria pensa, ed infatti dopo qualche giorno tutto passa, per poi tornare ancora più violentemente appena un mese dopo, a gennaio del 2022.
La visita dal medico
Ellie va dal medico che le consiglia un esame delle urine che dà però esito negativo. Dopo una settimana il dolore non passa e torna nello studio del dottore che non trova nulla di anomalo, ma per scrupolo le prescrive l'esame del sangue. I risultati rivelano che i livelli di C-reazione (PCR) erano alti e questo indicava che era in corso un'infiammazione. Il medico le prescrive un'ecografia, ma per la prima volta la ragazza capisce che qualcosa non va. Il dolore aumenta e decide di chiamare un'amica dottoressa che le consiglia di andare il prima possibile ospedale.
A quello di Peterborough, dalla prima valutazione si scopre che i livelli di PCR da 65 erano saliti a 110, sintomo che qualsiasi cosa fosse stava peggiorando. Invece di tornare a casa con una diagnosi banale, come il padre che l'aveva accompagnata si aspettava, Ellie viene ricoverata e nel giro di 48 ore le fanno un'ecografia che rivela una massa di 15 centimetri che stava crescendo in una delle ovaie.
L'operazione
Inizialmente quando i medici la portano in sala operatoria nessuno di loro pensa al peggio, l'ipotesi era quella di rimuovere la cisti che crescendo nell'ovaio le provocava il dolore. Ma quando la ragazza si risveglia i medici non avevano tolto nulla e avevano eseguito una biopsia di quella massa che intervenendo avevano capito non si trattava di una cisti. Ellie torna a casa in attesa dei risultati, ma pochi giorni dopo il dolore diventa insopportabile tanto da fare la strada a ritroso e tornare urgentemente al pronto soccorso.
Il medico che l'aveva operata la conduce insieme alla madre in una stanza e le dà il verdetto: "Ellie, non sono buone notizie. I risultati della tua biopsia sono arrivati e hai il cancro". La ragazza pensa subito che si tratta di qualcosa comunque di benigno, ma i dottori le spiegano che non può essere operata perché quella che lei pensava fosse una cisti si era diffusa dall'intestino alle ovaie ed era già arrivata al fegato. Le spiegano con tutta la delicatezza possibile che ha un cancro al quarto stadio, una delle forme più avanzate della malattia.
La decisione di "vivere"
Dopo una nottata passata a piangere insieme alla madre, con lo spettro della morte sul cuscino del letto d'ospedale, quando sorge il sole decide che sarebbe andata avanti con qualsiasi mezzo. Il passo successivo è l'intervento di stomia perché il tumore le stava ostruendo l'intestino crasso. Viene chiamato "stomia" un intervento chirurgico con il quale si crea un'apertura sulla parete addominale attraverso la quale viene portato all'esterno un tratto di intestino che viene suturato alla cute.
L'operazione va bene, ma tornare a casa in quelle condizioni è stato per lei molto complicato. Sei mesi nell'appartamento dei genitori non più con la spensieratezza di sempre, perché in quella casa era entrato un'ospite ingombrante, il cancro. Le cose dopo qualche tempo si complicano ulteriormente, la massa comincia a crescere più velocemente. In soli sei mesi passa da 15 a 22 centimetri arrivando fino alle costole. La pancia di Ellie sembrava quella di una gestante di otto mesi, tanto che la gente che non sapeva nulla della malattia le chiedeva quando avrebbe partorito e lei rispondeva: "È un tumore".
La chemioterapia
Nonostante le scarse possibilità di sopravvivenza ventilate, inizia il percorso di chemioterapia che, effetti collaterali a parte, la fa sentire meglio. Quella che per molti rappresenta il terrore era per lei il suo personale generale che combatteva contro un esercito. Quattordici cicli di infusione ognuno della durata di 10 ore. Nonostante questo Ellie decide di riprendere il lavoro, non tanto per dimostrare di essere un'eroina, quando per non avere sempre quel "pensiero fisso".
La rimozione del cancro
Il 13 dicembre del 2022, esattamente 11 mesi dopo la terribile diagnosi, con una riduzione importante della massa dovuta alla chemioterapia, la ragazza viene mandata al Charing Cross Hospital di Londra e lì viene eseguito l'intervento per la rimozione del tumore primario, delle ovaie, delle tube di Falloppio, dell'utero, della cervice e di parti dell'intestino crasso, dell'omento (plicatura del peritoneo viscerale che si estende dalla faccia inferiore del fegato alla faccia superiore del duodeno e alla piccola curvatura dello stomaco, nella cui compagine corrono il coledoco, la vena porta e l'arteria epaticae del peritoneo), nonché l'inversione della stomia così che il suo intestino viene rimesso all'interno del corpo. 10 ore in sala operatoria che fanno il primo miracolo.
il 3 gennaio 2023 torna nuovamente in ospedale per eseguire il secondo trattamento: l'ablazione epatica a microonde (che consiste nella bruciatura delle cellule tumorali, ottenuta grazie al calore indotto con le microonde) per distrugge le ultime cellule tumorali nel fegato e poi ancora sei mesi di chemioterapia in compresse. Finito il trattamento la ragazza esce dal tunnel.
La remissione
Non è facile dire: "È finita". La sua battaglia è vinta ma seppur giovanissima Ellie ha dovuto rinunciare a tante cose, prima tra tutte la possibilità di avere un figlio. Con la totale rimozione delle ovaie ora è sterile. È spesso stanca, ha qualche momento di cedimento e spiega che la malattia spesso non ti fa diventare migliore ma la maggior parte delle volte ti indurisce: "Soprattutto quando qualcuno si lamenta per un raffreddore o un'influenza".
Ma la sfida passo dopo passo è stata vinta, rispetto a quelli che non ce l'hanno fatta, e nonostante queste battaglie siano dure e non sempre vincenti: "La realtà dei tumori ora è molto diversa da quella di soli 10 anni fa. È la prima cosa che mi ha detto il mio oncologo aggiungendo che quello che un tempo veniva chiamato miracolo, ora si chiama medicina".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.