Una delle malattie più terribili e invalidanti, il morbo di Alzheimer, è continuo oggetto di studio per provare a bloccare la malattia in tempo utile e trovare dei farmaci adatti che possano migliorare la qualità di chi ne soffre. Accanto a questi, però, è di fondamentale importanza capire quali sono le tappe, i processi della malattia ed è ciò che hanno fatto alcuni ricercatori scoprendo che i danni al cervello avvengono in due momenti distinti.
Quali sono le due fasi
A parlarne sono stati gli studiosi del National Institute on Aging degli Stati Uniti: con sofisticate apparecchiature che mappano il cervello è stato visto che la prima fase, quella iniziale, avviene in silenzio e lentamente ed è il motivo per cui il malato la scopre soltanto successivamente quando si iniziano ad avere problemi di memoria. In questo stadio, infatti, vengono danneggiate soltanto le cellule più vulnerabili.
Nella seconda fase chiamata anche "tardiva", i danni al cervello sono maggiori e distruttivi si ha quando i sintomi sono ormai conclamati con l'accumulo delle placche di beta amiloide.
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Problematiche al circuito neurale
Per arrivare a queste conclusioni gli scienziati hanno preso in esame i cervelli di 84 persone decedute a 88 anni scoprendo che il danno a un tipo particolare di cellula chiamata "neurone inibitorio", all'inizio del suo processo può dare origine a problematiche del circuito neurale che sono alla base del morbo di Alzheimer. Nel corso della malattia, poi, avvengono cambiamenti che erano già stati scoperti da precedenti ricerche: nel dettaglio, i ricercatori hanno usato strumenti genetici molto avanzati per studiare le cellule del cervello che sono preposte a vista, linguaggio e memoria dimostrando i cambiamenti durante la malattia.
Danni al cervello prima che si manifestano i sintomi
"Una delle sfide nella diagnosi e nel trattamento dell'Alzheimer è che gran parte del danno al cervello avviene ben prima che si manifestino i sintomi. La capacità di rilevare questi cambiamenti precoci significa che, per la prima volta, possiamo vedere cosa sta accadendo al cervello di una persona durante i primi periodi della malattia", ha dichiarato Richard J. Hodes, direttore del National Institute on Aging e tra i primi autori dello studio. "I risultati alterano fondamentalmente la comprensione degli scienziati di come l'Alzheimer danneggia il cervello e guideranno lo sviluppo di nuovi trattamenti per questo disturbo devastante".
Se in passato tutti gli studi avevano messo in evidenza che i danni dell'Alzheimer avvenissero man mano che aumentava la morte delle cellule a causa della placche, in questo studio si scopre che il morbo evolve diversamente in due distinte fasi con molti dei cambiamenti che si verificano con maggiore rapidità durante la seconda fase quando i sintomi si fanno palesi e la memoria dei pazienti accusa dei "buchi"
preoccupanti.Le nuove evidenze scientifiche sono molto importanti anche per altre malattie del cervello perché da qui si potrebbero sviluppare nuove terapie mirate che possano curare e guarire anche altre tipologie di demenza.
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