Una ricerca italiana potrebbe dare speranza a coloro che hanno perduto o stanno perdendo la vista. Grazie a una cornea artificiale ibrida, infatti, tre pazienti trattati hanno ottenuto dei risultati incoraggianti che fanno ben pensare al futuro. Si tratta di un lavoro svolto da un team di connazionali, che ha operato presso gli Ospedali Privati di Forlì.
Una cornea artificiale ibrida
Si chiama Intra-Ker, ed è una cornea artificiale ibrida costituita da una protesi ottica sintetica inglobata in due strati di tessuto corneale ottenuto da un donatore. A realizzarla sono stati dei ricercatori italiani, ovviamente orgogliosi dei risultati conseguiti. A mettere a punto l'innovativo dispositivo è stato il professor Massimo Busin dell'Università degli Studi di Ferrara, che ha collaborato con la Fondazione Banca degli Occhi del Veneto ETS. Il tutto rientra nell'ambito di un progetto di ricerca finanziato con i fondi del Pnrr.
"Si tratta di un dispositivo in polimetilmetacrilato composto da una parte ottica centrale ed estremità periferiche che servono a stabilizzare la protesi nell'occhio", ha spiegato il prof. Busin, come riportato da Il Corriere. "La protesi viene avvolta da due sottili innesti di cornea da donatore, forniti dalla banca degli occhi e ricavati dall'isolamento di uno strato interno spesso solo una decina di micron. Questi due sottili lembi evitano il rischio di estrusione della protesi e, vera chiave di volta di questo processo, mantengono nel tempo la loro trasparenza permettendo al paziente di tornare a vedere. Un dato che, in chirurgia corneale, non era mai stato osservato prima", ha aggiunto.
Si tratta di un primato di livello mondiale, come evidenziato anche da Diego Ponzin, presidente della Fondazione Banca degli Occhi del Veneto. A quanto pare la novità è doppia, perché per la prima volta viene effettuato un trapianto dello strato profondo della cornea, senza endotelio. Grazie a questo metodo è stata restituita un po' di vista a persone che avevano ormai perduto ogni speranza.
I tre trapianti
Sino ad ora agli Ospedali Privati di Forlì sono stati eseguiti tre interventi. I soggetti trattati sono stati scelti fra coloro considerati a rischio rigetto per un trapianto di cornea standard. I trapianti con cornea artificiale ibrida sono stati effettuati fra i mesi di febbraio e giugno scorsi, e per il momento i risultati sembrano incoraggianti.
La storia di Rasha
Fra coloro che hanno ricevuto il trapianto c'è Rasha, una profuga palestinese che ha perduto la vista durante un bombardamento in Siria. L'intervento è stato svolto il 29 maggio presso l'ospedale Villa Igea, che rientra nel complesso di Forlì. A distanza di mesi, Rasha ha riacquistato un poco della sua vista.
La donna, una 43enne, aveva subito un normale trapianto a Damasco, ma uno degli occhi aveva rigettato il nuovo tessuto, mentre l'altro aveva riscontrato problemi a causa dei punti di sutura. Rasha sembrava ormai condannata alla cecità, e invece la ricerca italiana è venuta in suo aiuto.Stando a quanto riferito sino ad ora, la 43enne ha riacquisto tre decimi, ed è riuscita anche a leggere.
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