I punti chiave
Le cronache recenti che arrivano da oltreoceano, precisamente dalla California, ci hanno raccontato di una rarissima malattia che affligge una ragazza di 25 anni, Tessa Hansen-Smith, che soffre di orticaria acquagenica: si tratta dell'allergia all'acqua, fonte di vita primaria per tutti gli essere umani assieme all'aria.
Di cosa si tratta
Come abbiamo visto sul ilGiornale.it, tutte le volte che la giovane va a contatto con l'acqua subisce importanti conseguenze alla pelle (eruzioni cutanee) e perfino ferite. Attualmente questa patologia affligge meno di 250 persone in tutto il mondo ed è conosciuta con il nome di orticaria per le reazioni che il derma subisce. Le cause non sono ancora note nonostante sia presente in letteratura scientifica dal 1964. Tessa ha delle reazioni quando beve e suda ma anche quando mangia alimenti che contengono l'acqua visti che le provocano bruciori allo stomaco.
Le cause
Nonostante i progressi della medicina, le cause sono ancora ignote ma le ipotesi numerose: come spiegano gli esperti, tra queste c'è l'analogia con l'orticaria colinergica che si manifesta "con un aumento della temperatura corporea tale da attivare il riflesso della sudorazione". Altre teorie propendono per un'allergene o una sostanza chimica presente nell'acqua che scatena la reazione ma anche la reazione con sostanze delle pelle, ad oggi sconosciute, che "rilasciano l'istamina dai mastociti e la formazione di un'eruzione cutanea orticariode".
I sintomi
Come accennato, la sintomatologia principale si verifica con:
- arrossamento della pelle;
- eritema cutaneo;
- intenso prurito;
- rigonfiamenti (ponfi) della grandezza compresa tra 1 e 3 millimetri;
- bruciore e formicolìo.
Qualsiasi liquido acquoso, anche se si viene a contatto con la neve ad esempio, provoca gli stessi sintomi. Il problema principale è quando si deve bere o fare la doccia anche se nel primo caso, per fortuna, il fastidio risulterebbe di minore entità. "Il fastidio si manifesta sulla pelle, dopo un contatto prolungato come una doccia o un bagno. Poi la gravità dei sintomi può variare da lieve a grave, ma non ci sono controindicazioni a livelli alimentari", ha spiegato a laRepubblica il prof. Pietro Quaglino, Direttore della Clinica dermatologica dell'Università di Torino, che ha avuto a che fare con casi simili a quelli di Tessa.
Come si cura
Di solito, la sintomatologia tende a migliorare e scomparire dopo un periodo compreso fra trenta minuti e un massimo di due ore dopo essere entrati a contatti con l'acqua. I segni sulla pelle, però sono destinati a rimanere anche per molte ore. "Dopo aver fatto i test dermatologici e tutte le prove allergiche, le terapie prevedono l'utilizzo di antistaminici o di cortisone. Esistono poi dei casi più gravi che possono sviluppare edemi agli occhi o alle labbra, e anche sintomi respiratori come l'asma. E se il cortisone non basta si possono prescrivere anche degli immunosoppressori. Ma nella maggior parte dei casi la regressione è di carattere spontaneo", conclude il prof. Quaglino.
Secondo
gli ultimi studi, la patologia si può manifestare a qualsiasi età anche se a esserne maggiormente coinvolti sono i ragazzi giovani: a scatenarla, poi, anche eventuali predisposizione genetiche.
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