Importanti e nuove evidenze scientifiche mettono in luce qualcosa che non si conosceva prima e potrà aprire la strada a nuove cure e terapie contro il terribile morbo di Parkinson: ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, Stati Uniti, si sono accorti che la patologia potrebbe originarsi nell'intestino e non necessariamente nel cervello come si è sempre pensato dal momento che si tratta di una malattia neurodegenerativa che colpisce soprattutto il sistema nervoso centrale.
Quali sono i rischi
Lo studio è stato pubblicato su Jama Open Network: sono stati presi in esame 9350 pazienti senza malattia di Parkinson sottoposti a endoscopia superiore (Egd), un esame per visualizzare e diagnosticare problemi nell'esofago, nello stomaco e nella prima porzione dell'intestino tenue che costituiscono il tratto gastrointestinale superiore. Ebbene, il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson era più elevato del 76% tra i pazienti con danni alle mucose intestinali rispetto a chi non ne aveva. La malattia si è poi sviluppata mediamente 14 anni dopo il danno alla mucosa scoperto grazie all'Egd.
L'importanza della mucosa
"Abbiamo scoperto che una storia di danni alla mucosa del tratto gastrointestinale superiore era associata a un rischio maggiore del 76% di sviluppare successivamente il morbo di Parkinson, evidenziando la necessità di un monitoraggio più approfondito di questi pazienti", ha affermato Trisha S. Pasricha, neurogastroenterologo e direttore di ricerca clinica presso l'Istituto di Boston. L'esperta ha messo in luce la problematica derivata anche a causa dei Fans, ossia farmaci antinfiammatori non steroidei che sono molto diffusi (e a volte abusati) quando sono presenti mal di schiena e mal di testa ma che, a lungo termine, possono danneggiare la mucosa dello stomaco con le ulcere peptiche che colpiscono più di otto milioni di persone in tutto il mondo. "Comprendere il percorso dal danno alla mucosa alla patologia del morbo di Parkinson può rivelarsi cruciale per il riconoscimento precoce del rischio e per un potenziale intervento".
L'influenza tra intestino e cervello
La dottoressa spiega che molto spesso, erroneamente, si pensa a come il cervello possa influenzare l'intestino ma non viceversa: soltanto adesso si sta scoprendo che, anche al contrario, esistono dei condizionamenti importanti. Non a caso, molti pazienti che hanno la malattia di Parkinson "manifestano sintomi gastrointestinali come stitichezza e nausea per anni, persino decenni, prima di sviluppare sintomi motori come difficoltà a camminare o tremori". Il laboratorio americano dove è avvenuta questa scoperta ha cercato di "mettere in luce il percorso 'intestino-prima' del morbo di Parkinson perché può aprire nuove strade per strategie di intervento e trattamento precoci".
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I numeri del Parkinson
Il morbo di Parkinson che, come detto, è una patologia neurodegenerativa progressiva, colpisce circa 8,5 milioni di persone in tutto il mondo ma la cifra è più che raddoppiata
negli ultimi tre decenni. Chi ne viene colpito avverte sintomi motori come tremori, rigidità e bradicinesia (rallentamento dei movimenti volontari), oltre a problematiche non motorie tra cui la stitichezza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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