Psicofarmaci: 10 miti da sfatare secondo lo psichiatra

Se assumo gli psicofarmaci significa che sono matto. Fanno male. Creano dipendenza. La psichiatra e psicoterapeuta Tiziana Corteccioni ha sfatato questi e altri falsi miti nel suo libro "Ho bisogno di una pillola?"

Psicofarmaci: 10 miti da sfatare secondo lo psichiatra

Secondo l'ultimo rapporto OSMED dell'Agenzia Italiana del Farmaco, in Italia ben 17 milioni di persone hanno assunto o fanno uso di psicofarmaci. La metà ha più di 67 anni, tuttavia nel decennio 2010-2019 si è verificato un aumento delle richieste da parte di minorenni di servizi sulla salute mentale di circa il 5% l'anno. La situazione non è migliorata ai tempi del Covid. Dopo la pandemia, infatti, si è registrato un +37% di ricoveri e un +40% di accessi agli ambulatori.

La crescita esponenziale non ha però di certo aiutato a superare i pregiudizi che spesso sono associati alla malattia mentale. Ancora più delicata è la questione quando si parla di psicofarmaci. Come ha sottolineato la psichiatra e psicoterapeuta Tiziana Corteccioni nel suo libro "Ho bisogno di una pillola?" edito da Vallardi, nell'immaginario di molti questi medicinali rappresentano una debolezza, una manifesta incapacità di controllare le proprie emozioni o, addirittura, un 'punto di non ritorno'.

Cosa sono gli psicofarmaci

Con il termine psicofarmaci si indicano i principi attivi che, agendo sul sistema nervoso centrale, influenzano positivamente o negativamente il rilascio di particolari neurotrasmettitori. Essi vengono prescritti da medici specialisti (psichiatri, neurologi) e servono a controllare la sintomatologia che si associa a diversi disturbi, tra cui l'ansia, la depressione e la psicosi. Ne esistono, dunque, di differenti tipologie:

  • Ansiolitici: rientrano tra le molecole più utilizzate. Sono impiegati per trattare patologie di vario genere (ansia generalizzata, disturbo da stress post traumatico, fobie, attacchi di panico). Tra questi figurano le benzodiazepine e gli agonisti parziali dei recettori per la serotonina
  • Antidepressivi: non servono esclusivamente per curare la depressione e il disturbo bipolare, ma vengono altresì consigliati per tenere sotto controllo malattie come il dolore neuropatico e la fibromialgia. Tra questi ricordiamo gli antidepressivi triciclici, gli SSRI, gli inibitori delle monoamino ossidasi di tipo A
  • Sedativi ipnotici: sono usati per trattare l'insonnia a volte in maniera indiscriminata. Favoriscono il sonno i barbiturici e le benzodiazepine
  • Antipsicotici: il nome stesso lo suggerisce. Queste molecole sono prescritte per curare varie forme di psicosi. In base alla loro struttura chimica si distinguono in derivati benzammidici e benzazepinici, fenotiazine e butirrofenoni.

Gli psicofarmaci e i pregiudizi

"Fanno male". "Creano dipendenza". "Se li prendo vuol dire che sono molto grave". Questi sono solo alcuni dei tabù che gravitano attorno ai "medicinali per la testa", pregiudizi stantii che appesantiscono il percorso di cura del paziente e della sua famiglia. Nel suo libro Tiziana Corteccioni fa chiarezza sulle malattie mentali e smantella i falsi miti sull'argomento.

1. Servono ai matti

Questa credenza deriva da una percezione distorta dei disturbi mentali e del loro trattamento. In realtà queste molecole sono strumenti terapeutici validi per curare una vasta gamma di patologie, non servono solo per le persone che vengono erroneamente etichettate come "matte". Prendere psicofarmaci non è un indicatore di pazzia, ma è un passo verso il recupero del benessere.

2. Non servono perchè l'ansia e la depressione non peggiorano la qualità della vita

Questo è un pregiudizio molto pericoloso poiché minimizza l'impatto debilitante dell'ansia e della depressione sulla qualità della vita di un individuo. Gli psicofarmaci sono efficaci nel ridurre i sintomi e consentono ai pazienti di riprendere il controllo della propria esistenza.

3. Gli antidepressivi sono assunti dalle persone deboli

Questo è un giudizio ingiusto che porta allo stigma nei confronti dei soggetti che assumono antidepressivi. La depressione è una malattia grave e invalidante che richiede un trattamento adeguato. L'uso di antidepressivi non è sinonimo di debolezza, ma è un segno di coraggio nell'affrontare una sfida difficile.

4. Fanno male

Anche se queste molecole possono avere effetti collaterali, non è vero che fanno male in modo intrinseco. Come con qualsiasi medicinale, è bene valutare i potenziali benefici ed esporre al medico qualsiasi preoccupazione riguardante la sicurezza e l'efficacia del trattamento.

5. Appesantiscono il fegato o i reni

Questo è un mito che generalizza gli effetti collaterali degli psicofarmaci. Non tutti provocano problemi al fegato e ai reni. Lo specialista deve monitorare attentamente la funzionalità d'organo durante la terapia.

6. Preferisco il fai-da-te

L'automedicazione può essere pericolosa e portare a gravi conseguenze per la salute. Si deve sempre consultare il medico prima di iniziare o di interrompere qualsiasi trattamento farmacologico.

7. Danno dipendenza

Anche se alcune molecole sono in grado di causare dipendenza se usate impropriamente, quando vengono prescritte e assunte in maniera adeguata il rischio diventa minimo.

8. Se li prendo, non mi serve la psicoterapia

La psicoterapia e la terapia farmacologica spesso vanno di pari passo nella cura dei disturbi mentali. Mentre i medicinali possono aiutare a gestire i sintomi, la psicoterapia può fornire strumenti concreti al fine di affrontare le cause del malessere e promuovere il recupero a lungo termine.

9. Mi confido con gli amici e non mi serve parlare con uno psicoterapeuta

Condividere le proprie esperienze con gli amici può rivelarsi utile per il sostegno emotivo, tuttavia non può sostituire il supporto professionale di uno psicoterapeuta. Quest'ultimo è formato per fornire la migliore consulenza per affrontare le problematiche mentali efficacemente.

10. La psicoterapia non è una scienza e gli psicofarmaci sono un complotto di Big Pharma

La psicoterapia è una pratica basata su solide teorie e metodologie scientifiche. Gli psicofarmaci, invece, sono sviluppati mediante rigorosi studi clinici e vengono regolamentati dalle autorità sanitarie.

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