Si tratta del tumore più diffuso tra gli uomini, quello alla prostata, e per questo diventa di fondamentale importanza non soltanto riconoscere i segnali precoci ma prevenire, per quanto possibile, l'insorgere della malattia o anticiparla e adottare le giuste contromisure con gli screening precoci. Soltanto nel nostro Paese rappresenta circa il 20% di tutti i tumori maschili ma con numeri in preoccupante aumento (14%) negli ultimi tre anni.
Quando preoccuparsi
Nonostante i numeri è bene sottolineare che a cinque anni dalla diagnosi di un tumore alla prostata il 95% dei pazienti è vivo. Invece, è diminuita l'età per la prima diagnosi che un tempo era riservata soprattutto al di sopra dei 60 anni mentre adesso sono molti i casi di chi ha 50 anni o anche di meno. Come spiega la Fondazione Veronesi, questa patologia è spesso asintomatica nelle fasi iniziali e per questo motivo di difficile individuazione. Man mano che cresce la massa tumorale si può andare incontro a difficoltà della minzione, frequente bisogno di urinare così come la presenza di sangue nelle urine o nello sperma. In molti casi si tratta, però, di ipertrofia prostatica che è la forma benigna della malattia.
Diagnosi e terapie
Per poter capire se si è in presenza di un tumore alla prostata è importante capire qual è il valore del Psa (antigene prostatico specifico). Nei casi che lo richiedono, i trattamenti sono diversi e spaziano dall'intervento chirurgico, a chemio e radioterapia ma anche l'ormonoterapia. "Molte forme di neoplasia prostatica non sono molto aggressive, tendono a rimanere localizzate e a crescere poco. In questi casi, anche in considerazione dell’età del paziente, può risultare preferibile mantenere il quadro sotto controllo piuttosto che intervenire aumentando il rischio di effetti collaterali", spiegano gli esperti di Fondazione Veronesi.
L'importanza dell'alimentazione
Un recente studio dei ricercatori della New York University ha messo in luce che un'alimentazione in prevalenza vegetale può aiutare a contrastare alcune problematiche relative al tumore alla prostata tra cui miglioramenti legati a incontinenza e rapporti intimi. "Per esempio, aumentare il consumo di fibre riduce la costipazione, che è importante per la salute urinaria", hanno dichiarato i ricercatori.
Le ultime novità
Importantissima, negli ultimi anni, anche la medicina nucleare che combina insieme diagnosi e terapia. "Si basa sull'uso di molecole che possono legarsi a biomarcatori specifici presenti sulle cellule tumorali. Una delle tecniche più utilizzate per il tumore prostatico si focalizza sull'antigene di membrana specifico della prostata, chiamato Psma (Prostate-Specific Membrane Antigen).
Questo antigene è sovraespresso nelle cellule del tumore alla prostata, specialmente in forme aggressive e avanzate della malattia", ha spiegato a Repubblica il prof. Stefano Fanti, direttore della Divisione Medicina nucleare presso il Policlinico San Orsola di Bologna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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