Fazio non va, l'ospite d'onore è il pm Greco

da Roma

Una poltroncina vuota in prima fila, nella «sala delle considerazioni»: quella riservata ad Antonio Fazio. L’ex governatore avrebbe dovuto sedersi accanto a Lamberto Dini, ad ascoltare le parole del suo successore Mario Draghi. Ma ha preferito non essere presente. E del resto, come avrebbe potuto ascoltare serenamente i passaggi iniziali delle considerazioni del suo successore, quelli in cui Draghi, dopo il riconoscimento per i 25 anni trascorsi al servizio di Bankitalia, dice che «il giudizio sul suo operato nello scorcio del suo ufficio è ancora aperto»? Come avrebbe interpretato la presenza, nel parterre fra banchieri ed imprenditori, del pubblico ministero Francesco Greco, il magistrato milanese che ha condotto le indagini sulla scalata all’Antonveneta?
Alla magistratura, il neo governatore ha dato atto d’aver impedito «il compiersi delle trame». La Banca d’Italia, ha aggiunto, «pur salva nell’integrità istituzionale della sua struttura di vigilanza, ne usciva ferita». Ed ha annunciato che nella prossima riunione del Consiglio superiore, l’Istituto esaminerà le modifiche statutarie necessarie all’adeguamento alla nuova legge sul risparmio. Già ieri, lo stesso Consiglio superiore ha adottato il codice etico che prevede la funzione specifica di compliance, la conformità dei comportamenti alle norme, che sarà esteso poi a tutte le banche italiane.
Per «opportunità e delicatezza, non certo per polemica - ha fatto sapere l’avvocato Franco Coppi, difensore dell’ex governatore - Antonio Fazio ha preferito declinare l’invito». Fazio non ha dunque voluto creare disagio in occasione dell’assemblea, alla quale erano presenti in prima fila, fra gli altri, l’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi - molto applaudito, ad al quale Draghi ha rivolto un saluto a braccio, interrompendo il suo discorso - e il presidente della Camera Fausto Bertinotti. Un po’ più indietro sedevano gli ex presidenti delle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera, Giorgio La Malfa e Bruno Tabacci, che guidarono l’indagine parlamentare sui casi Cirio e Parmalat che portò, successivamente, alla emanazione della nuova legge sul risparmio.
Draghi ha affrontato di petto, nelle prime righe della sua prima relazione all’assemblea di Bankitalia, il traumatico avvicendamento alla guida della banca centrale.

«Con la fine dello scorso anno - ha detto - volgeva al termine un periodo convulso di scandali, di speculazioni, durante il quale era parso che il mercato, i risparmi degli italiani, il destino di società in settori rilevanti per l’economia nazionale fossero preda dell’arbitrio, dell’interesse, delle trame di pochi individui». Da questo scenario è scaturito l’arrivo di Draghi al vertice di via Nazionale. Ed è incominciato un processo di cambiamento, che è soltanto ai primi passi.

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