Fendi è un cinema: ecco Studios con le icone da film

Mentre il fatturato di Fendi si attesta sul miliardo di euro e sancisce un successo in aumento progressivo e costante, ieri mattina, durante una conferenza stampa dal tono piuttosto informale, Pietro Beccari, il CEO del marchio del gruppo LVHM, sul filo di un sorriso smentisce ancora una volta le voci insistenti su un suo imminente trasferimento a Parigi

Fendi è un cinema: ecco Studios con le icone da film

Mentre il fatturato di Fendi si attesta sul miliardo di euro e sancisce un successo in aumento progressivo e costante, ieri mattina, durante una conferenza stampa dal tono piuttosto informale, Pietro Beccari, il CEO del marchio del gruppo LVHM, sul filo di un sorriso smentisce ancora una volta le voci insistenti su un suo imminente trasferimento a Parigi. Sta di fatto che Fendi, intanto, ha molto incrementato la sua presenza in campo culturale e artistico. Ed è di nuovo il grande schermo, nello storico legame con la Maison capitolina, il tema di Fendi Studios, un'esposizione innovativa e coinvolgente, che apre il 27 ottobre, in concomitanza con la Festa del Cinema di Roma, per chiudersi il 25 marzo 2018, nella solenne cornice del Palazzo della Civiltà Italiana, quartier generale del brand.

Un itinerario appassionante, che si sviluppa attraverso alcuni studi cinematografici dentro il Colosseo quadrato, elemento scenografico preponderante che ricorre in pellicole come Boccaccio '70, l'implacabile e crudo plot di Titus o il recente Zoolander II, con palcoscenici interattivi e un'elegante sala di proiezione in velluto scarlatto di 64 posti. Chi visita la mostra ne diviene protagonista, grazie al percorso multi-sensoriale e interattivo che si snoda intorno a costumi, stupende pellicce e accessori iconici realizzati da Fendi per il cinema, passando da Il diavolo veste Prada al James Bond di La morte può attendere, dal decadente e patinato Interno Berlinese di Liliana Cavani alla frenesia di vita «rockocò» della Marie-Antoinette di Sofia Coppola, tra l'altro uno tra i cult di Beccari. La celebre «baguette» di Sex and the City è proprio lì davanti a voi, mentre seduti al volante di una spider fiammante, dietro vi scorrono scenari metropolitani e paesaggi smisurati. Potrete proiettarvi in slow-motion all'interno di un building newyorkese o entrare in scena come Madonna in Evita e Tilda Swinton ed Edward Norton in Grand Budapest Hotel. O, ancora, immedesimarvi in Michelle Pfeiffer nel pluripremiato L'Età dell'Innocenza di Martin Scorsese. Le sezioni giocano sull'emozione: in FENDI's Adventure in Tenenbaumland, si attraversa un corridoio di specchi in fondo al quale verrete assorbiti in una scena del film con Gwyneth Paltrow, il cui emblematico visone '80 è lì a due passi.

Le invenzioni di questa mostra, costruita dal studio Betak di Parigi, NYC e Shanghai su un'idea della Maison romana, sembrano non finire mai. Un universo che, come osserva Silvia Venturini Fendi «si basa sull'affinità ed è alimentato dal desiderio di sperimentare, di raccontare storie e trasformare i sogni in realtà».

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