Feste e concerti: in piazza Duomo si cambia musica

Accolti i suggerimenti della Sovrintendenza. Il Comune punta a garantire anche la sobrietà degli arredi in Galleria

Feste e concerti: in piazza Duomo si cambia musica

Cancellate l’immagine di Piazza Duomo in balìa di bivacchi notturni, barbecue da marciapiede, consumatori di birra e stormi di piccioni. Presto, davvero presto il simbolo della città, la piazza più importante di Milano tornerà a essere un luogo vivo e sicuro. Promessa di interventi firmata da Palazzo Marino che nero su bianco ha messo i «possibili» criteri «per il rilascio dei permessi temporanei di occupazione del suolo pubblico».
Criteri che seguono le «riflessioni» a suo tempo reclamate dal Comune e poi formulate dalla Soprintendenza per i beni architettonici in una lettera-fiume di sei pagine, dove il soprintendente Roberto Artioli ribadisce la necessità di una «visione organica» di quella piazza che è simbolo storico-culturale-religioso e che è sottoposta a vincolo.
Dato di fatto, quest’ultimo, che guida il comitato interassessorile diretto da Riccardo De Corato, dove «abbiamo stabilito alcuni punti fermi cui fare riferimento ogni volta che ci verrà chiesta un’autorizzazione per un evento da ospitare in piazza Duomo» e dove, continua il vicesindaco, «abbiamo pure affrontato l’intero asse del centro storico, quello compreso tra San Babila sino al Castello Sforzesco».
«Punti fermi» in un’amministrazione comunale che mette dunque ordine tra chi sogna la spiaggia d’estate davanti alla statua di Vittorio Emanuele, chi vorrebbe più concerti o chi auspica sfilate e pattinaggio d’inverno ma pure tra chi pensa alla blindatura della piazza. Ma vediamo in dettaglio, punto per punto, cosa prevede la nota sottoscritta ieri dal comitato per gli spazi di pregio: «La valutazione della compatibilità degli interventi connessi all’occupazione di aree di valore storico-artistico» dipende «dall’impatto ambientale e paesaggistico, dalla tutela fisica dei beni, dal decoro, dal significato storico -religioso-artistico del monumento/area» e, infine, «dalla necessità di “godimento“ dell’area monumentale in molti momenti dell’anno».
Principio che, quindi, «nell’uso di piazza Duomo e della Galleria» si declina «nella sobrietà degli allestimenti in galleria identificati non come spazi espositivi commerciali», «negazione di manifestazioni che possono danneggiare lastricati e selciati», «elevata qualità di manufatti per chi vuole occupare i luoghi monumentali». E, ancora, «divieto di allestimento di palchi e strutture sul “sagrato basso“», «svolgimento in altri luoghi di manifestazioni che per carattere sportivo e emissioni sonore risultino incompatibili» e, infine, «sostegno a favore dell’occupazione di altri spazi centrali non sufficientemente valorizzati» come «S.

Stefano, piazza Affari e piazza Duca d’Aosta».
Cornice di un quadro che, adesso - fa sapere De Corato - spetta agli assessori riempire: «Il prossimo appuntamento del comitato è il primo ottobre e, poi, entro Natale ci sarà la nuova piazza Duomo».

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