Primo punto per litalianità «a lunga conservazione». Il consiglio di amministrazione di Parmalat ha infatti approvato il rinvio dellassemblea al 25, 27 e 28 giugno. Un verdetto non unanime, ma emesso con due voti contrari: quello dellamministratore delegato di Luxottica, Andrea Guerra, e del numero uno di Carlyle Italia, Marco De Benedetti. Segno che le barricate sotto la bandiera dellitalianità non convincono tutti. Lassist del Tesoro, con il decreto anti-scalate e la possibilità di mandare in campo la Cassa Depositi e Prestiti, consente intanto a Parmalat e alle banche di prendere tempo per preparare loffensiva contro i francesi di Lactalis. Sul dossier sono al lavoro Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediobanca che in una lettera inviata al cda di Collecchio hanno assicurato la loro consulenza senza però accennare a impegni diretti nel capitale. I maggiori interrogativi riguardano il partner industriale di riferimento: Granarolo non ha risorse adeguate per poter sostenere da solo il peso della cordata, e Ferrero non ha ancora sciolto tutte le riserve. Anche le indiscrezioni su un possibile interesse della Barilla sono state subito smentite dai diretti interessati. Più concreta, pare invece, la cordata finanziaria messa in piedi dalla diplomazia del tandem Passera-Micciché: a Palladio e Tip potrebbe aggiungersi anche il fondo Clessidra di Claudio Sposito. Quanto alla Cdp, ieri il presidente Franco Bassanini ha sottolineato che «per investire in Parmalat abbiamo bisogno che cambino le norme di legge e lo statuto della Cassa. Statuto che si può anche cambiare velocemente convocando una assemblea dei soci su proposta del cda». Ma linvestimento si farà «solo se cè la sostenibilità economico-finanziaria delloperazione». Sul fronte tecnico, la palla passa ora alla Commissione Affari Istituzionali che esaminerà il decreto sulla Cdp il prossimo 5 aprile.
Dallaltra parte della barricata, però, i francesi resistono. Ieri Lactalis aveva inviato al consiglio di Parmalat una lettera sostenendo che lAntitrust Ue non era un motivo per spostare lassemblea e che erano stati superati i termini per procedere a una nuova convocazione dei soci. Dopo lo smacco, in serata è stata diffusa una nota in cui Lactalis esprime «sconcerto per la decisione illegittima e priva di motivazioni presa dal cda di Parmalat», ribadisce «la validità del proprio piano industriale di lungo periodo», e si dichiara «aperta al confronto con gli azionisti e con tutti quei soggetti che intendono contribuire allo sviluppo di Parmalat». Nessun riferimento, invece, alle minacciate azioni di responsabilità nei confronti dei consiglieri che hanno approvato il rinvio.
Sul campo di battaglia restano nel frattempo accesi i riflettori di Bruxelles. La Commissione Europea «esaminerà attentamente che le regole del mercato unico siano rispettate e agirà se così non sarà», ha sottolineato ieri la portavoce riferendosi al decreto italiano sullingresso della Cdp in società strategiche tra cui Parmalat. E aggiungendo che non cè «ancora una posizione formale» perché il decreto non è stato analizzato e le autorità italiane non ne hanno discusso in via preventiva con i servizi comunitari. Per il Garante Ue, «la Cdp può acquisire o aumentare la partecipazione in una società senza che si tratti di aiuto di Stato naturalmente a patto che agisca sulla base del principio dellinvestitore di mercato».
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