L'Asal: "Con lo stop alle fiere allestitori in ginocchio, subito lo stato di crisi"

Il presidente di Massimiliano Vaj: "Quasi tutti gli eventi sono stati annullati o rimandati, bene la richiesta di Emanuele Orsini al governo. A marzo e aprile molte imprese fanno il 30% del fatturato annuo. Sospendere i termini per il versamento di tasse, contribuiti previdenziali, rate di finanziamento a istituti di credito"

L'Asal: "Con lo stop alle fiere allestitori in ginocchio, subito lo stato di crisi"

“Il comparto dei servizi di allestimento per fiere ed eventi è in ginocchio per l’emergenza Coronavirus: tutti gli ordini in corso sono stati sospesi o annullati così come le consegne”, fotografa così la situazione scatenata dall’emergenza virus Massimiliano Vaj, presidente di Asal, associazione di FederlegnoArredo che rappresenta le aziende italiane che si occupano di allestimento e servizi nelle fiere, nelle mostre, negli spazi espositivi e negli eventi.

E aggiunge: “Quasi tutti gli eventi fieristici nazionali e non sono stati annullati o rimandati: un’intera filiera ramificata che va dai general contractors di allestimenti, ai service di noleggio audio e video e luci, fino ai consorzi e alle cooperative specializzati nei montaggi, alle società di pulizie e trasporti, noleggio tende per eventi, e raccoglie decine di migliaia di lavoratori è coinvolta”.

“Per questo Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo di cui Asal Assoallestimenti fa parte, chiederà lo stato di crisi per gli allestitori che, nella migliore delle ipotesi, perderanno due mesi di picco del calendario produttivo, ovvero marzo e aprile, in cui molte aziende fanno il 30% del fatturato annuo con picchi che arrivano anche al 40%. Siamo aziende flessibili e snelle, ma è impossibile fare in un mese ciò che era previsto nei tre di picco. Le nostre aziende sono piccole e con una programmazione finanziaria al massimo trimestrale, rischiare di perdere il 90 o 100% del fatturato trimestrale significa rischiare di far saltare adempimenti fiscali, retributivi, contributivi con conseguenze sull’operatività del periodo immediatamente successivo.

“Abbiamo bisogno - prosegue Massimiliano Vaj - della sospensione dei termini per il versamento di tasse, contribuiti previdenziali, rate di finanziamento a istituti di credito. E dobbiamo sperare che gli incassi di lavori sospesi o annullati ma con stati di avanzamento prossimi alla consegna o addirittura consegnati, siano regolarmente rispettati, anche con le prassi della forza maggiore dove effettivamente si è verificata per tempi e modi.

Siamo fiduciosi che questo momento passerà quanto prima, ma sarà la peggiore crisi di sempre nel nostro comparto e nel frattempo per la prima volta in assoluto il nostro sistema chiede aiuto allo Stato”.

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