Figlio del boss scarcerato per errore

Agli atti manca un foglio della sentenza. Il ministro di Giustizia apre un’inchiesta

da Napoli

Il solito «vizio di forma» e il figlio del boss, come già era avvenuto in passato con altri camorristi, ritrova la libertà. Vincenzo Di Lauro, 34 anni, primogenito del potentissimo capocamorra di Scampia, Paolo, noto come «Ciruzzo 'o milionario», appena il 17 maggio scorso, era stato condannato dai giudici della quarta Sezione del tribunale di Napoli, a otto anni di carcere per associazione mafiosa ma assolto per una associazione finalizzata al traffico di droga. Due giorni fa, Di Lauro junior è stato però scarcerato dal tribunale del riesame, per un difetto di motivazione: nell'ordinanza di custodia annullata, infatti, mancava la pagina che ne spiegava le esigenze cautelari. E sulla magistratura napoletana è di nuovo bufera. Ma, i giudici si difendono e lanciano accuse contro la carenza di mezzi, che attanaglia i loro uffici. A tradirli, infatti, sarebbe stato un errore in un «copia e incolla» eseguito al computer, oppure, forse, una fotocopiatrice o una stampante guasta. Tecnologia a parte, Di Lauro junior è tornato a Scampia, dove quattro giorni fa, è ripresa la faida con gli «scissionisti» a colpi di morti ammazzati.
Il viceboss di Scampia, il 17 maggio scorso, fu arrestato in aula subito dopo la lettura della sentenza.

E ieri il ministro della Giustizia Clemente Mastella, «considerata la gravità della vicenda» ha delegato - si legge in una nota del ministero - all'Ispettorato generale, in via di urgenza, lo svolgimento di accertamenti preliminari.

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