Paola Bulbarelli
da Milano
«Sono esterrefatto». Il figlio di Vittorio Emanuele di Savoia, Emanuele Filiberto, reagisce così, intervistato dal Tg5, alla notizia dell'arresto del padre. Lerede di casa Savoia reagisce con durezza nei confronti del magistrato potentino che ha chiesto e ottenuto l'arresto. «È l'ennesimo colpo pubblicitario di Henry John Woodcock. Spero che sia certo delle accuse che muove altrimenti sarà l'ultima volta che farà qualcos». Emanuele Filiberto dice di trovarsi lontano dall'Italia e di essere in procinto di rientrare, ha anche definito «capi di accusa che non hanno niente a che vedere con mio padre» le contestazioni che hanno portato all'arresto di Vittorio Emanuele. «Lo hanno preso, gli hanno tolto il telefono cellulare e lo stanno portando a Potenza. Lo hanno trattato come un bandito - aggiunge - Non si tratta così un uomo di 70 anni che ha anche problemi di salute». Lo si può considerare il suo migliore amico. Quello del cuore. Quello con cui ci si confida, si parla di tutto e si passa più della metà dellesistenza.
Alla reazione di Emanuele Filiberto fa eco quella di Alberto Pederzani, uno dei più famosi e importanti gioiellieri italiani con vetrine in Montenapo, fa a gara con Marina Doria per il tempo trascorso con Vittorio Emanuele. E la prima telefonata, come è ovvio, è stata a lei, alla moglie incredula e affranta. «Non ci credo, è impossibile», dice Pederzani, le stesse parole usate daltronde da Marina. «Vittorio lo conosco troppo bene, non esiste una cosa del genere. Abbiamo passato la vita uno vicino allaltro, diviso momenti belli e brutti. Chi può dimenticare la tragedia di Cavallo? Anche in quelloccasione uniti dalla nostra amicizia, non lho mai lasciato. Ma questa non ci sta. Non credo a niente. Ci uniscono troppe passioni, il mare, le auto, gli stessi hobby, ci conosciamo da troppo tempo. È unenorme falsità». Pederzani è un fiume in piena e dice cose anche molto interessanti. «Pensi, venerdì scorso la polizia di Potenza mi ha invitato a presentarmi come persona informata sui fatti. Stavo male, non ho potuto recarmi a Potenza, ma non sapevo il motivo di questa convocazione. È tutto troppo strano».
Già, pare proprio che il termine strano sia la parola esatta da usare in questo momento.
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