Filippine, scontri tra esercito e ribelli comunisti

Lo scontro a fuoco, avvenuto nell’isola di Negros, ha provocato la morte di tre soldati governativi. Rodrigo Duterte, nuovo presidente del Paese, pochi giorni fa aveva detto di voler riprendere i colloqui di pace con i guerriglieri

Filippine, scontri tra esercito e ribelli comunisti

Scontri a fuoco tra i guerriglieri comunisti del New People’s Army (NPA) e l’esercito regolare, hanno causato la morte di tre soldati governativi.

I militari filippini stavano pattugliando un villaggio nell’isola di Negros, nell’arcipelago delle Visayas, quando una decina di ribelli hanno lanciato l’attacco.

Il NPA - in filippino Bagong Hukbong Bayan - è il braccio armato del Communist Party of the Philippines (CPP). Questo gruppo - considerato dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea un’organizzazione terroristica - è stato fondato da Bernabe Buscayno nel marzo del 1969.

I ribelli, secondo stime delle autorità filippine, attualmente conterebbero su circa 4 mila combattenti. Alla fine degli anni Ottanta erano stimati in più di 25 mila unità. La rivolta comunista, in quasi 50 anni di violenze, ha provocato la morte di più di 30 mila persone.

L'attacco di oggi arriva pochi giorni dopo che Rodrigo Duterte - il nuovo presidente del Paese, in carica dal prossimo trenta giugno - aveva detto di voler riprendere i colloqui di pace con i

guerriglieri comunisti, bloccati nel 2013 dal premier Benigno Aquino III.

Subito dopo le elezioni, alcuni giornali locali, riportavano anche la notizia che Duterte aveva offerto ai leader dei ribelli alcuni posti nel nuovo governo.

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