Finale, i nerazzurri fanno gli scongiuri Ma per la festa è già pronto San Siro

Tutti a San Siro in caso di..., ma in queste ore è più facile, infinitamente più facile per un interista dire mille bugie alla moglie o al confessore che svelare dove festeggerà l’eventuale conquista del santo Graal della pedata continentale, quella coppa che in bacheca manca da 45 anni, dal 27 maggio 1965, con l’ultima finale che data 31 maggio ’72, un ko in Olanda. E quando l’astinenza si prolunga così a lungo, è stra-ovvio che la scaramanzia salga alle stelle.
Guai in queste ore di vigilia di finale a Madrid chiedere all’Inter, intesa come società, se è prevista una festa, quasi ti senti rispondere «festeggiare cosa? si gioca? boh». Però è prevista, eccome, anche se tutto resta nel campo delle ipotesi. In un silenzioso gioco delle parti, soprattutto per rispettare i riti scaramantici della Milano nerazzurra, Comune, questura e club calcistico hanno deciso che se festa sarà, sarà escluso sia in Piazza Duomo. Squisiti motivi di ordine pubblico. Pazza domenica quella del 16, scudetto numero 18 con successo a Siena e squadra osannata da 70mila persone in piazza Duomo quando non era scoccata ancora la mezzanotte. Nessuna violenza specifica, ma troppa passione e troppa calca per rischiare un bis. Da qui l’impegno della società guidata da Massimo Moratti a non festeggiare in centro, ma di spostarsi in periferia, a San Siro.
Ma a che ora? Non può esistere una risposta certa, giusto ipotesi. Con il fischio d’inizio allo stadio Santiago Bernabeu previsto alle 20.45, la finale finirà, nella migliore delle ipotesi, quasi due ore dopo. Se Bayern e Inter dovessero andare ai supplementari o addirittura ai rigori, il sipario calerà attorno alle 23.30. Morale: impossibile che la Beneamata lasci Madrid prima dell’una e sia alla Malpensa prima delle tre. Con una coda al match, tutto si dilata e l’alba accoglierebbe i nerazzurri. A quel punto sarà più probabile che i tifosi accolgano in massa il charter alla Malpensa, senza fare mattina chiusi a San Siro che, del resto, a quel punto nemmeno aprirebbe.
L’Inter, in caso di «quella cosa lì» nei 90 classici minuti regolamentari, farà sapere stanotte, attraverso tivù e radio, che alle 2 il Meazza aprirà i battenti fino a esaurimento posti, questo perché la torcida, dopo aver visto la partita sui maxischermi e gioito in pieno centro, dopo la mezzanotte inizi a dirigersi verso San Siro. Ingresso libero, con consegna di una contromarca per identificare il posto da occupare, mille persone coinvolte (solo gli steward saranno 600), un’operazione per il club da 50mila euro per l’affitto dello stadio. Ma una coppa attesa da 45 anni non ha prezzo.
L’attesa verrà ingannata ritrasmettendo l’incontro sugli schermi, in tal senso basterà riprendere il segnale di Inter Channel che ridarà la finale a partire dall’una. Tutto, comunque, verrà deciso all’ultimo, in base al risultato, ovvio, e all’orario previsto di arrivo della squadra a Milano.

Tra l’altro non ci saranno tutti i giocatori, alcuni raggiungeranno le loro nazionali in ritiro pre-mondiale partendo da Madrid. Ma il popolo nerazzurro, tale la fame di successo, farebbe festa infinita anche se al Meazza dovesse sfilare la coppa da sola su una 500 sgangherata.

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