Se in Italia tutti si domandano chi dovrà essere il successore di Mattarella, il vero punto interrogativo che si pongono nel resto del pianeta è come quest’evento può compromettere l’economia di un Paese, che con l’attuale governo stava riprendendo quota e credibilità. L’ultimo titolo è quello del Financial Times che parla addirittura di “dilemma” Draghi e dei rischi legati all’elezione del Presidente della Repubblica. La nota testata non rinuncia a definire l’attuale caos politico come “turbolenza” che potrebbe incidere sullo sviluppo. Si riapre, pertanto, la telenovola sull'attuale inquilino di Palazzo Chigi. Gli stessi giornaloni stranieri che prima volevano Draghi al governo e poi al Colle, ci ripensano ancora, generando non poca confusione.
Per l'ultimo numero del Financial Times Mario Draghi al governo potrebbe garantire il percorso delle riforme, al contrario, se venisse eletto al Colle, il suo ruolo potrebbe portare a una grave crisi di governo. Gli italiani, secondo la testata londinese, quindi, dovranno scegliere “se mantenere il più celebre tecnocrate del loro paese come primo ministro, permettendogli di andare avanti con un ambizioso programma di riforme finanziato dall'Ue, o elevarlo a capo di Stato, innescando potenzialmente una crisi paralizzante per un successore alla guida del governo”. Il giornale della City, infatti, ricorda come l’ex presidente della Bce abbia rivitalizzato la fiducia dei mercati e degli investitori grazie a una campagna vaccinale di successo e politiche di bilancio espansive, ma allo stesso tempo avverte come un’elezione presidenziale divisiva che dovesse causare una crisi politica preoccuperebbe Bruxelles e i mercati finanziari. Sulla stessa linea anche l'Economist: "Dopo 12 mesi di inusuale quiete e unità nella politica italiana ed europea il passaggio di Draghi al Quirinale potrebbe mettere tutto questo a rischio".
Gli analisti intanto osservano la situazione. Per Neil Metha, portfolio manager di Bluebay Asset Management, l’incertezza di questi giorni potrebbe avere un impatto solo nel breve termine, ma anche in questo caso fondamentale è la centralità di Draghi: “Più a lungo rimane in politica, migliore è la fiducia degli investitori per l'Italia”. Anche Mario Cribari, partner e responsabile della strategia degli investimenti di Bluestar Investment Managers, deve continuare “a giocare un ruolo centrale nelle istituzioni", magari restando al timone del governo per un altro anno.
Diversa, invece, la posizione di Wolfram Mrowetz, amministratore delegato di Alisei Sim, per cui “sarebbe meglio tenere Draghi come presidente del Consiglio perché otterrebbe i risultati migliori sul Pnrr e sulle riforme in attesa delle elezioni del 2023, ma strategicamente sarebbe più opportuno un suo trasferimento al Quirinale". Per l’esperto in caso di vittoria del centrodestra, l’attuale premier sarebbe fondamentale per “tranquillizzare le cancellerie europee, con la sua personalità e competenza e per smorzare le intemperanze più clamorose di quella coalizione”. Il riferimento è alla parte della Lega che gravita ancora sulle posizioni no euro di Borghi e Bagnai. Per Vincenzo Longo, premium manager di Ig, al contrario, "sarebbe opportuno avere Draghi ancora a capo dell'esecutivo, anche solo per poco più di un anno, per attuare le riforme necessarie”.
A ricordare quello che viene definito un vero è proprio miracolo economico è Bloomberg Businessweek che elogia l’attuale premier, ma allo stesso tempo denuncia come questo nuovo boom tricolore “potrebbe rapidamente dissiparsi se gli succedesse un primo ministro meno efficace che non ha il potere dell'ex capo della Banca centrale europea in patria e all'estero”. Ciò, secondo la nota testata internazionale, potrebbe mettere a repentaglio l'accesso del Paese a oltre 200 miliardi di euro (227 miliardi di dollari) in sovvenzioni e prestiti disponibili dal fondo di recupero della pandemia dell'Unione europea, grazie a un accordo negoziato da Draghi. Secondo Bloomberg “gli investitori sono diffidenti da quando Draghi ha fatto sapere che non avrebbe rifiutato la presidenza della Repubblica se gli fosse stata offerta”.
Un monito che era già stato lanciato il 18 gennaio da un giudizio dato da Jason Horowits, corrispondente dell’Italia per il New York Timesil quale già aveva avvertito come “l’incertezza attorno al suo futuro ha già messo in moto macchinazioni e ambizioni, spingendo l’Italia di nuovo indietro verso un pericoloso, e familiare, precipizio di instabilità”.
Lo spread, intanto, resta fermo e non sale, probabilmente anche per merito dello stesso Draghi che sta ridando credibilità all’Italia nei confronti del mondo.
Un successore non all'altezza, però, potrebbe far ricomparire quel differenziale tra Btp e Bund, che ormai era diventato sempre più un lontano ricordo. Un segnale, però, non certamente confortante arriva dalla Borsa di Milano, che registra un tonfo del 4 per cento e si aggiudica a fine seduta il titolo di peggiore piazza finanziaria d’Europa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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